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Perché denuncio ai pm il golpe del 2011

La nostra democrazia sostanziale ha cessato di fatto di esistere il 12 novembre 2011 con le dimissioni tutt'altro che volontarie di Berlusconi

Perché denuncio ai pm il golpe del 2011

Se oggi Matteo Renzi viene nominato primo ministro senza che il capo del governo in carica, Enrico Letta, sia stato sfiduciato dal Parlamento, è perché la nostra democrazia sostanziale ha cessato di fatto di esistere il 12 novembre 2011 con le dimissioni tutt'altro che volontarie di Berlusconi, nel contesto di un pesantissimo ricatto da parte dei mercati finanziari, con la regia del capo dello Stato Napolitano e la connivenza del Pd, della Confindustria, dei sindacati e dei principali quotidiani a diffusione nazionale. Come nel film Il Padrino, Berlusconi nel novembre 2011 rassegnò le dimissioni al cospetto di Napolitano con una pistola puntata alla testa perché si trattava di una «offerta che non poteva rifiutare». È stato a tutti gli effetti un «colpo di stato», così come denunciato dallo stesso Berlusconi. L'insediamento alla guida del governo di Mario Monti ha suggellato il commissariamento del Parlamento, la sospensione della democrazia sostanziale e l'avvento al potere di una dittatura finanziaria. Di fronte a fatti documentati e all'inequivocabile venir meno del ruolo del Parlamento sancito dalla Costituzione, ho deciso a nome dell'Associazione «Salviamo gli italiani» di presentare un esposto alla Procura della Repubblica.

Oggi assistiamo inermi alla designazione di Renzi alla guida del governo, decisa nel vertice di un'associazione privata non riconosciuta, ossia il Pd, avallata da un capo dello Stato che regna da sovrano assoluto pur essendo l'Italia una Repubblica parlamentare, mentre il primo ministro in carica Letta ha presentato le dimissioni «irrevocabili» senza essere stato sfiduciato dal Parlamento, esattamente come avvenne con Berlusconi nel 2011. Il «colpo di Stato» si è consumato tra l'8 e il 12 novembre 2011. L'8 novembre Napolitano ricevette Berlusconi al Quirinale e, preso atto del venir meno della maggioranza alla Camera dopo l'approvazione del rendiconto generale dello Stato 2010, gli chiese di rimettere il mandato per procedere «all'individuazione di un nuovo premier». Napolitano evidenziava «l'urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei». Il 9 novembre il titolo Mediaset in borsa crollò di 12 punti, lo spread schizzò a 575 punti, il tasso dei titoli pubblici biennali arrivò al 7,25%. Il giorno stesso Napolitano nominava Monti senatore a vita senza averne i requisiti, sostenendo: «Abbiamo bisogno di decisioni presto». Il 10 novembre il Sole24ore titolava a caratteri cubitali «Fate presto», sostenendo la nomina di Monti. In un anno il titolo Mediaset aveva perso il 60%, oltre un miliardo di euro. Il 12 novembre Berlusconi rassegnava le dimissioni e il 16 novembre 2011 Napolitano affidava l'incarico a Monti.

La colpa principale di Berlusconi fu di aver paventato l'ipotesi di una uscita dell'Italia dall'euro. L'hanno confermato Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del consiglio direttivo della Bce, Hans-Werner Sinn, presidente dell'Ifo, istituto di ricerca tedesco, l'ex premier spagnolo Zapatero. La verità è che la nomina di Monti era già stata decisa dal giugno del 2011, così come emerge dalle interviste di Alan Friedman a Carlo De Benedetti, Romano Prodi e lo stesso Monti, quando lo spread era sotto i 200 punti. Siamo di fronte a uno scenario inquietante che lascia trasparire un complotto ai danni della nostra economia, condannando a morte le imprese, devastando le famiglie e impoverendo gli italiani al punto da istigarli al suicidio.
Nell'esposto che verrà presentato alla Procura della Repubblica si evidenzia il reato di «usurpazione di potere politico» sancito dall'articolo 287 del codice penale che recita: «Chiunque usurpa un potere politico, ovvero persiste nell'esercitarlo indebitamente, è punito con la reclusione da sei a quindici anni». Gli italiani hanno il diritto di conoscere la verità sulla sospensione della nostra democrazia sostanziale. Ci auguriamo che la magistratura stia dalla parte della verità e degli italiani.


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