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La Pezzopane ordina: "Sterminiamo il centrodestra"

In Abruzzo bufera sulla senatrice. Grave uscita in una manifestazione a favore del dimissionario Cialente

La Pezzopane ordina: "Sterminiamo il centrodestra"

«Uniamoci e sterminiamoli tutti». Una frase allarmante che ha il sapore di un paradosso. E invece Stefania Pezzopane, senatrice Pd e presidente della Provincia dell'Aquila, quella frase l'ha detta, anzi l'ha gridata durante la manifestazione a sostegno di Massimo Cialente, sindaco dimissionario dell'Aquila, al quale i dimostranti chiedono di ritirare la lettera d'addio. Forse la Pezzopane voleva essere certa che il suo feroce messaggio venisse ben capito. Fatto sta che Il Centro, quotidiano abruzzese, non si è lasciato sfuggire la gravità dell'episodio, sottovalutato invece da altri e ha sottolineato i «toni duri e melodrammatici» della senatrice, enfatizzando come «una caduta di stile» quel termine, «sterminiamoli». E nemmeno si tratta di «stile», cioè una carenza di bon ton, quello che suona invece come un invito alla guerra al centro destra. Stefania Pezzopane è la senatrice di una città devastata dal terremoto, che ha causato morti e ferite difficilissime da rimarginare, e il suo ruolo dovrebbe essere proprio quello di ottenere la massima solidarietà nei confronti dell'Aquila, soprattutto per il bene degli aquilani, per superare il bruttissimo momento e guadagnare possibilità di uscire dal tunnel della disperazione, per rilanciare le sorti della città. Chiedere lo sterminio dell'avversario vuol dire invece condannare all'isolamento proprio la città che dice di voler difendere. Chiamare alle armi una parte contro l'altra, nella situazione in cui si trova L'Aquila e l'Abruzzo, in vista delle Regionali non solo è inaccettabile ma è un atto di autolesionismo. Stefania Pezzopane ha chiesto al ministro Carlo Trigilia di chiedere scusa agli aquilani, ma farebbe bene a questo punto a chiedere a sua volta scuse per le sue parole. La parola «sterminio» non va usata nemmeno per scherzo.

E molto più grave sarebbe rendersi conto che quello della Pezzopane non era un scherzo di cattivo gusto ma una convinzione radicata in un leader politico che ha l'obbligo morale di non cadere mai in simili defaillance.

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