Politica

Il piano di Grillo: "Il prossimo capo dello Stato mi chieda di formare il governo"

Il M5S pronto a puntare su Rodotà. A quel punto per Grillo sarebbe più facile ottenere il mandato di formare il governo

Il leader del M5S, Beppe Grillo
Il leader del M5S, Beppe Grillo

Dopo aver ripetutamente deriso Pier Luigi Bersani e pesantemente contribuito allo stato politico in cui è sprofondato il Paese, Beppe Grillo esce finalmente allo scoperto. Il piano diabolico è di per sé semplice: il primo atto del nuovo presidente della Repubblica dovrebbe essere, se il Pd non riuscisse a formare un governo, quello di dare l’incarico esplorativo al leader del Movimento 5 Stelle. Fantapolitica? Tutt'altro se ai grillini dovesse riuscire di mandare Milena Gabanelli al Quirinale.

I pezzi del puzzle si stanno mettendo a posto. Adesso è più chiara la strategia del comico genovese. Non c'è più spazio per gli scherzi, non c'è più margine per le prese in giro. Dopo cinquanta giorni di ostruzionismo, i Cinque Stelle passano al contrattacco. Bersani ha fallito: la sua strategia kamikaze non ha fatto altro che indebolire il Partito democratico. Insomma, ha avuto la sua chance per formare un governo di centrosinistra, ma l'ha gettata al vento inseguendo un'improbabile alleanza coi pentastellati. A questo punto Grillo vuole per sé quel mandato che Bersani non ha saputo far fruttare. Gli basterà convincere il nuovo inquilino del Quirinale. "Qualora il Pd non dovesse riuscire a formare l'esecutivo, il capo dello Stato dovrà dare l’incarico al Movimento 5 Stelle, anche per fornire un segno di speranza", ha spiegato a margine del comizio tenuto a Zoppola lo stesso Grillo. Per questo le mossedei Cinque Stelle sono strettamente legate al futuro del Colle. D'altra parte anche Gianroberto Casaleggio, alla domanda se l’elezione del Capo dello Stato risolverà lo stallo per la formazione del nuovo governo, ha tagliato corto spiegando che dipenderà tutto da chi verrà eletto. Dal canto loro, i grillini, un nume l'hanno già espresso. Ed è la Gabanelli. Non solo. Il comico genovese ha fatto ben di più: ha teso la mano a Bersani invitandolo ad appoggiare la conduttrice di Report in cambio di un'imprecisata "collaborazione politica". Una proposta indecente che non lascia presagire niente di buono.

Con la Gabanelli insediata al Quirinale il gioco sarebbe fatto. Altro che "collaborazione" col Partito democratico. L'amica Milena sarebbe il trampolino di lancio per un esecutivo pentastellato. D'altra parte Grillo ha già ben in mente il piano diabolico. "Il nuovo inquilino del Quirinale dovrebbe darci un incarico - ha spiegato questa mattina - dovrebbe dire: 'Signor Grillo, la coalizione di maggioranza ha fallito, provi a fare il governo lei'". In questo caso, il Movimento 5 Stelle avrebbe già pronta una rosa di dieci persone da piazzare nei dicasteri principali. Perché Grillo riesca ad ottenere il mandato esplorativo, però, è fondamentale che il Pd e il Pdl non trovino l'accordo sul successore di Napolitano. Così, per fare venire l'acquolina in bocca a Bersani, si mette a promettere una collaborazione in cambio di un appoggino per la Gabanelli che, se dovesse rinunciare all'investitura, potrebbe anche rendere l'inciucio più facile. Anche Gino Strada sarebbe, infatti, orientato, a fare un passo indietro. E allora si aprirebbe la strada a Stefano Rodotà. Come ha confermato Grillo: "Se non accetta passeremo al secondo e poi eventualmente al terzo". Il giurista veniva già citato tra i papabili per un governo sostenuto da Pd e M5S. E anche se restasse Gabanelli il nome pentastellato per il Quirinale, i parlamentari M5S potrebbero decidere di puntare su Rodotà alla quarta votazione.

Perché su di lui potrebbe costruirsi una convergenza con il Pd e così scongiurare nomi meno "potabili".

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