Economia

Piazza Affari punisce le scelte del governo

Da Finmeccanica a Enel, quotazioni in calo. Eni regge il test del debutto

Piazza Affari punisce le scelte del governo

Quando la Borsa si pone delle domande, non è mai un buon segno. E, senza ombra di dubbio, le fresche nomine di Matteo Renzi ai vertici delle società pubbliche hanno creato più di un interrogativo a Piazza Affari. Future strategie, cessioni a rischio, pericoli di discontinuità con le passate gestioni: un centrifugato di dubbi che ha finito per innescare le vendite, peraltro amplificate ieri dal pessimo umore di una Borsa scesa del 2,3% a causa del peggioramento della crisi ucraina e di alcuni dati macroeconomici negativi.
A soffrire di più è stata Finmeccanica, collassata del 5,2% dopo la soluzione che ha portato Mauro Moretti, proveniente dalle Ferrovie, sulla plancia di comando al posto di Alessandro Pansa. Gli analisti, tuttavia, mettono subito le mani avanti: «Le vendite non hanno nulla a che fare con le credenziali di Moretti». Semmai, preoccupa la scarsa propensione dell'ex capo delle Fs alla cessione di Ansaldo Sts (-4,8%) e Breda. Ovvero, delle due zavorre per i conti della capogruppo. Secondo indiscrezioni, vi sarebbero contatti tra Finmeccanica e Fondo strategico italiano per Breda, che potrebbe essere spacchettata in una bad e una good company, e Ansaldo Sts. Ma nella migliore delle ipotesi, ragiona la Borsa, le due vendite subiranno ritardi. Così, si riduce l'appeal speculativo di Finmeccanica. Inoltre, aggiunge Mediobanca Securities, «il cambio di ad potrebbe portare a nuove pulizie di bilancio, tramite svalutazioni, e potenziali ritardi strategici o radicali ripensamenti della prevista cessione delle attività non militari».
Diverso il discorso per Eni, che ha infatti retto (-0,38%). Piace Claudio Descalzi, che appare più in continuità con la precedente gestione, ha un approccio più industriale che politico e vanta successi nelle attività di esplorazione. Da verificare, tuttavia, le intenzioni del nuovo vertice sulla controllata Saipem soprattutto nell'opera di alleggerimento del debito.
L'arrivo all'Enel (-2,3%) di Francesco Starace divide invece gli analisti.

Se Equita è convinta che si «continuerà sulle linee di piano strategico del gruppo con focus sulla riduzione del debito, sull'espansione nelle rinnovabili e sull'incremento del dividendo», Mediobanca, al contrario, teme che la nuova squadra «possa rivedere alcuni obiettivi presentati lo scorso marzo».

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