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Mastella: "Al posto della De Girolamo sarei già indagato"

Clemente Mastella: "Lei intercettata ha detto cose gravi, con me sarebbe successa l'ira di Dio"

Clemente Mastella
Clemente Mastella

Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, diceva la giallista Agatha Christie e ribadisce l'ex ministro Clemente Mastella. Che a quota tre si domanda: «Esiste una questione Mastella?»

Lei che risposta si dà, onorevole?
«Io mi limito a evidenziare la stranezza, i due pesi e due misure. Se avessi detto io le frasi pronunciate dal ministro De Girolamo («Al Fatebenefratelli facciamo capire che un minimo di comando ce l'abbiamo... Mandagli i controlli e vaffanculo!», ndr) sarebbe successa l'ira di Dio, come minimo sarei già indagato! Ma lotterò fino alla morte per capire il perché di questo doppio peso».

Sua moglie per una frase al telefono, da presidente del Consiglio regionale campano, finì nei guai veramente.
«Ma si figuri che mia moglie era al telefono col suo consuocero. Disse di un tale “quello è un uomo morto” nel senso che non ne voleva più sapere niente, e per quella frase la Procura l'ha messa sotto accusa, indagata, agli arresti domiciliari, bandita per nove mesi dalla Campania, cose da pazzi! Ma mica solo io e mia moglie».

Tutta la famiglia.
«Mio figlio pure. Un pentito se ne uscì con la storia che la camorra aveva dato un'auto a mio figlio, pensi un po' lei. Anche lui finito nel tritacarne. Per metterci sotto processo sono partiti da una presunta contravvenzione non pagata del mio consuocero. E poi a strascico tutti quanti. Con tutta la stampa contro di noi, mentre sulla De Girolamo silenzio».

Perché?
«Non so, forse non si vuole mettere in difficoltà il governo. Poi se uno si mette contro Berlusconi è sempre trattato meglio. I grandi giornaloni neppure un rigo hanno scritto sulla De Girolamo. Per carità, io non auguro a nessuno la sofferenza e l'ingiustizia che ho subito io e la mia famiglia, non dico “muoia Sansone e tutti i filistei”. Ma mi chiedo perché Mastella sì e gli altri no? E vogliamo parlare poi di De Magistris?»

Il secondo indizio.
«Ha cacciato un suo assessore del Comune di Napoli (Realfonzo, ex assessore al Bilancio, ndr), il quale ha registrato il loro ultimo colloquio. E che dice l'ex pm De Magistris? Che è registrare di nascosto è da miserabili, e che con Realfonzo discuteva di politica. Beh a me invece mi hanno indagato per concussione, per una nomina all'Asi di Benevento. Secondo loro avrei concusso l'allora presidente della Regione Bassolino, che nega di aver subito una concussione. Le conversazioni di De Magistris col suo assessore attengono alla politica, e le mie con Bassolino sono concussione? Perché questa disparità?».

Com'è finito quel processo?
«È ancora in corso, per un fatto del 2006! Otto anni per arrivare alla prima udienza, che sarà a marzo. Ma è successo anche di peggio. C'è stata una persona, un certo medico di Benevento, che si incaricò di registrare le proprie telefonate a conoscenti a cui diceva “è vero che Mastella ha fatto questo? È vero che ha fatto quello?”, poi ha portato tutto alla Procura di Napoli che le ha usate contro di me! Abbiamo passato mesi di inferno. Ma con altri si usano i guanti bianchi. Anche con la Boldrini, per il suo volo di Stato col fidanzato».

Il terzo indizio che farebbe la prova.
«Io sono finito davanti al tribunale dei ministri per un volo di Stato, e ovviamente massacrato dai giornali. Lei niente.

Vede che ho ragione a chiedermi se esista una questione Mastella?».

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