Politica

La Pr del Papa si difende mentendo al Vaticano

Francesca Chaouqui, nominata nella Commissione della Santa Sede, assicura: "Quei tweet? Fotomontaggi". E intanto li fa sparire

Francesca Immacolata Chaouqui
Francesca Immacolata Chaouqui

«Molti di quei tweet sono fotomontaggi». Si è difesa così in Vaticano, mentendo, Francesca Immacolata Chaouqui, la pr calabrese, nominata dal Papa membro della commissione pontificia che dovrá indagare sugli organismi economico-finanziari della Santa Sede e del Governatorato Vaticano.
La trentenne di padre nordafricano e madre italiana è finita nell'occhio del ciclone per alcuni cinguettii diffamatori contro il segretario di Stato Tarcisio Bertone e l'ex ministro Giulio Tremonti. La giovane, che aveva definito «corrotto» il primo collaboratore del Pontefice e «gay» l'esponente politico (oltre ad aver parlato di Benedetto XVI «affetto da leucemia»), qualche giorno fa, dopo la pubblicazione dei tweet «scandalosi», ha avuto un breve colloquio telefonico con uno stretto collaboratore del Papa: l'ecclesiastico ha chiesto spiegazioni alla donna, la quale ha mentito dicendo che i tweet pubblicati sul Giornale erano fotomontaggi. Una versione fantasiosa (i tweet, fermi sul suo profilo da oltre un anno, sono stati fotografati direttamente dall'account della ragazza, ndr) che Chaouqui ha raccontato anche ad alcuni cardinali e ribadito ieri al Fatto Quotidiano, ma alla quale, Oltretevere, credono ormai in pochi. Anche perché altrimenti non si capisce per quale motivo, subito dopo che erano stati svelati dal Giornale, lei sia corsa a chiudere l'account di Twitter, eliminando ogni possibilità di provare che quei messaggi non erano suoi.
Nelle sacre stanze sembrano essere in maggioranza quelli che, anche alla luce delle ultime bugie, vedrebbero di buon occhio un passo indietro della «commissaria» papale che però, sempre dalle colonne del Fatto, si fa scudo dietro alla nomina firmata da Francesco, dicendo: «Difficile che qualcuno possa mettere in discussione un atto di una tale forza». Ma Il chirografo del Papa (datato 18 luglio) al quale era allegato anche un comunicato della Segreteria di Stato Vaticana era stato scritto quando di quei tweet, Oltretevere, non si sapeva ancora nulla; per questo motivo, nei giorni scorsi, si è cercata una soluzione che potesse chiudere definitivamente la faccenda e che nei prossimi giorni potrebbe anche esser comunicata ufficialmente.
Nel frattempo, al fianco della Chaouqui, tra coloro che credono alla versione della «manipolazione della stampa» e dei fotomontaggi, spiccano un giornalista e manager italiano e un monsignore spagnolo con un importante incarico nella Curia Romana. Quest'ultimo sarebbe anche uno dei principali sostenitori di Francesca e avrebbe infatti gradito il rigoroso (e inspiegabile) silenzio sulla turbolenta vicenda osservato da parte dai grandi quotidiani nazionali. «Le bugie hanno le gambe corte -commentano Oltretevere -sarebbe bene che questa persona ammettesse almeno di aver sbagliato, chiedendo scusa pubblicamente al Santo Padre».

Sempre che non arrivino prima decisioni clamorose.

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