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Preferenze, blitz di Alfano per affondare la riforma

Preferenze, blitz di Alfano per affondare la riforma

RomaAlfano avverte Renzi: o appoggi Letta o si chiude. Poi continua la sua crociata pro preferenze, manda frecciate a Forza Italia e si allea con pentastellati e bersaniani per far passare il suo emendamento anti liste bloccate. Ma sul vicepremier si addensano i sospetti: e se facesse saltare la trattativa sulla legge elettorale per tenersi il proporzionale puro?
Alfano parla da Teramo dove apre la campagna elettorale per le Regionali in Abruzzo. Ce l'ha con il leader del Pd, reo di mettere in evidenza l'immobilismo di Palazzo Chigi: «Il premier è espressione del Pd, e se il Pd sostiene Letta il governo va avanti, in caso contrario no - attacca - Si riuniscano e decidano cosa fare, il Paese non può pagare le liti interne al Pd. Per anni quando il presidente del Consiglio era espressione del Pd la vita del governo è stata condizionata negativamente dalle dinamiche interne al partito, ma il Paese non può sobbarcarsi il peso dei litigi interni a quel partito». Insomma, Alfano cerca di blindare Letta e se stesso ma è ben consapevole che il governo sta arrancando. Perciò propone una sorta di patto a Renzi per durare almeno fino al 2015. «Ora presentiamo l'emendamento sulle preferenze - delinea la sua strategia -, poi proporremo al Pd un contratto di governo per l'emergenza lavoro. E nel 2015 si potrà andare a votare».
Già, le preferenze: cavallo di battaglia del Nuovo centrodestra ma forse vero e proprio cavallo di Troia. Il blitz sul «no» alle liste bloccate potrebbero far fallire l'intera intesa sulle riforme e a quel punto addio Italicum. Con un vantaggio per Alfano: la legge elettorale sarebbe un proporzionale puro, miele per tutti i partitini. Così, Alfano continua a premere sulle preferenze: «Per noi l'obiettivo è che l'elettore possa scegliere il deputato». Quindi lancia una stoccata a Berlusconi: «Non capisco proprio, è inspiegabile: per Forza Italia è diventata una materia teologica, ed è impossibile discuterne. Chiedo a Forza Italia di non fare questo torto agli italiani». Oggi, quindi, presenterà un emendamento cercando la sponda di M5S, Lega e piddini anti Renzi. Poi mostra i muscoli: «Vi faccio notare una cosa: da quando è nato l'Ncd, il centrodestra è tornato in vantaggio: con la legge elettorale cercano di soffocarci nella culla, ma non ci sono riusciti e non ci riusciranno».
Ad Alfano risponde subito Brunetta a In Mezz'Ora: «Mai sentito Alfano parlare di preferenze prima degli ultimi due mesi, è un amore improvviso sia suo che di Quagliariello», graffia il capogruppo di Fi alla Camera. E pure Osvaldo Napoli cerca di smascherarlo: «Sorprende non poco la battaglia pro-preferenze di Alfano, politico giovane ma di lungo corso. Mai sentito prima d'oggi perorare con tanta veemenza, né lui né Schifani, la causa del voto di preferenza». Quindi ecco l'accusa: «Le parole ultimative con cui si è rivolto oggi a Matteo Renzi, con la minaccia di far saltare il governo senza le preferenze, fanno sorgere il sospetto che la sua battaglia sia strumentale e funzionale a un disegno più semplice: far cadere il governo e andare alle urne per votare, cosa vitale per Alfano, con il proporzionale.

È calcolo miope - conclude Napoli - fatto da chi pensa a coltivare il proprio orticello e incurante dell'orto più grande chiamato Italia».

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