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Presenze in calo dell'8,2% a giugno. Gli esercenti: «Il limite ai pagamenti cash è un autogol»

Presenze in calo dell'8,2% a giugno. Gli esercenti: «Il limite ai pagamenti cash è un autogol»

Piazzetta deserta, ristoranti chiusi, pochissimi turisti all'orizzonte. È la cartolina di Porto Rotondo lo scorso fine settimana. L'«economia reale» in estate è anche e soprattutto turismo. Per la Sardegna, la Costa Smeralda e le altre località scelte dai viaggiatori più esigenti è in particolare turismo straniero. «Ci spaventa - spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - l'improvvisa e significativa débâcle della clientela estera che nel mese di giugno è arretrata dell'8,2 per cento rispetto al giugno 2011, facendo suonare il principale campanello d'allarme». E pensare che lo scorso anno, nonostante la crisi globale, i viaggiatori stranieri hanno fatto registrare un boom di presenze in Italia, superando nei dodici mesi i 170 milioni.
La fuga di tedeschi, francesi, nord europei e inglesi, che tradizionalmente scelgono giugno per venire da noi, potrebbe dare il colpo di grazia a centinaia di imprese già stremate. È la crisi che dilaga, certo. Ma non solo. «Il limite ai pagamenti in contanti (di 999,99 euro, ndr) è stato uno spaventoso autogol - attacca Giorgio Macciocu, numero uno di Federalberghi in Sardegna -. Fossi stato nel governo, ci avrei pensato due volte prima di introdurlo».
L'associazione degli albergatori ha ottenuto dai Professori una deroga per i clienti extra europei. Russi, arabi, giapponesi possono pagare cash fino a 15mila euro. Ma l'esercente deve inviarne comunicazione all'Agenzia delle entrate, allegando la fotocopia del passaporto e un'autocertificazione che attesti che il turista risiede fuori dall'area Ue. Non proprio una procedura da burocrazia snella, insomma. E comunque albergatori, ristoratori e commercianti raccontano di francesi, tedeschi e inglesi infastiditi e scoraggiati a spendere: «Si immagini come reagisce un turista, che è in vacanza e non vuole scocciature, quando al momento di pagare gli diciamo che non possiamo prendere i suoi soldi... - continua Macciocu -. Sia chiaro: noi rispettiamo le regole. Ma già registriamo e fatturiamo ogni movimento, nulla può sfuggire al Fisco». Il malcontento è palpabile. Anche perché nel corso del 2011, al riparo da paletti anti-contante, sono stati proprio gli oltre 30 miliardi di euro spesi nel nostro Paese dai turisti stranieri a tenere a galla il settore.
Le recenti difficoltà si aggiungono, in Sardegna, ai prezzi alle stelle di traghetti e voli e nelle altre località, lamentano gli operatori, a tasse varie di soggiorno e di sbarco. Anche i turisti italiani sono diminuiti a giugno, del 7,1 per cento (il dato sui primi sei mesi del 2012 è -2,2%, se si sommano connazionali e stranieri), e le aziende turistiche non possono che tagliare il personale. Lo scorso mese i lavoratori occupati nel turismo sono calati del 2,5 per cento rispetto al giugno 2011. Un settore insomma che dovrebbe trainare l'economia, invece viene penalizzato. È di ieri la protesta di Federalberghi contro una nuova norma che favorirebbe la «concorrenza sleale» ai danni delle strutture ricettive. Si tratta di un emendamento al decreto Sviluppo, in fase di approvazione, che per aiutare i pescatori consente loro di ospitare i villeggianti in casa propria al di fuori di regolamenti e controlli. «Di questo passo - sottolinea Bocca - chiunque possegga una stanza e un letto, pur svolgendo un mestiere ben lontano dall'operatore turistico, potrà affittare liberamente il locale e il giaciglio».

Il numero uno degli albergatori chiede che «si finisca di improvvisare leggi che invece di far ripartire l'economia, continuano a metterci alla berlina dell'opinione pubblica mondiale, minando per giunta alle basi il sistema imprenditoriale».

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