Politica

Primarie Pdl, ecco le regole per scegliere il candidato premier

L'invito di Alfano: solo coinvolgendo il maggior numero di cittadini il Pdl riuscirà a dare un concreto segnale di rilancio del partito. Ecco le regole per scegliere il candidato premier

Come suggerito da Silvio Berlusconi, le primarie si terranno il 16 dicembre. "Le primarie devono essere un’occasione di crescita del Pdl", ha spiegato il segretario del Pdl Angelino Alfano aprendo i lavori del "tavolo sulle regole". Oggi i vertici di via dell'Umiltà hanno, infatti, messo nero su bianco le regole che porteranno i candidati del Pdl a confrontarsi per esprire il candidato premier alle prossime elezioni politiche.

Nella relazione introduttiva il segretario ha chiesto al "tavolo sulle regole" che le consultazioni per la scelta della premiership siano "il più possibile aperte" dal momento che solo coinvolgendo il maggior numero di cittadini il Pdl riuscirà a dare un concreto segnale di rilancio del partito. Pesano gli scandali giudiziari - il caso Fiorito in primis - e l'ex Guardasigilli intende dare subito un segno del cambio di rotta. Le politiche incombono e bisogna recuperare i delusi dell’area moderata che non sono andati a votare: il caso Sicilia, col boom dell'astensionismo e l'exploit del Movimento 5 Stelle dei grillini, è infatti sotto gli occhi di tutti. Per il momento c'è un’intesa di massima. Per prima cosa saranno primarie di partito e non di coalizione, come invece era trapelato nei giorni scorsi. E ancora: serviranno a scegliere il candidato premier e non il leader di partito. Per essere valide le candidature, dovranno essere sostenute da un minimo di 10mila firme - anche se c'è chi ne chiede almeno 20mila per presentare la candidatura. Ad ogni modo, la decisione assunta dal tavolo delle regole è che ogni candidato deve ottenere almeno 2mila firme per Regione che dovranno, quindi, essere cinque.

"Si sta andando verso elezioni aperte ma con alcune garanzie - ha spiegato il governatore della Lombardia Roberto Formigoni - chi vota deve sottoscrivere un documento di valori e versare un contributo, probabilmente di 2 euro". Il vincitore non dovrà andare sotto una soglia minima che il tavolo delle regole deve ancora decidere. Secondo Formigoni, la soglia potrebbe essere tra il 30 e il 40 per cento. Altrimenti si andrà al secondo turno. Consapevole del fatto che il momento politico è piuttosto delicato, Alfano ha sollecitato un impegno forte a parlare agli elettori:"Il modello resta sempre quello di un Partito popolare italiano".

Daniela Santanchè e Giancarlo Galan sono stati i primi a farsi avanti. Gianni Alemanno ha già fatto sapere che continuerà a fare il sindaco di Roma. Ieri sera ha sciolto le riserve anche il segretario del Pdl che, dopo la botta in Sicilia, ha annunciato la propria candidatura spazzando via l'ipotesi delle dimissioni. Lo stesso Formigoni, che per il momento non ha ancora ufficializzato la propria candidatura, ha spiegato che, "se Alfano dovesse vincere, si dimetterebbe da segretario per fare il candidato premier del Pdl". Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri ha, tuttavia, smentito spiegando che Alfano non sarebbe assolutamente costretto a fare una passo indietro dalla segreteria. Per il momento, insomma, il dibattito resta interno al Pdl.

Stefania Craxi non nasconde l'amarezza per non poter partecipare alle primarie, mentre il segretario della Lega Roberto Maroni ha detto chiaramente di non essere interessato sottolineando che il Carroccio ha già consultato i propri elettori.

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