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Processo Unipol, chiesto un anno di carcere per Berlusconi

Chiesta la condanna di Berlusconi per l'intercettazione di Fassino pubblicata sul Giornale. Per il fratello Paolo, editore del quotidiano, chiesti tre anni e tre mesi di carcere

Processo Unipol, chiesto un anno di carcere per Berlusconi

Il pm Murizio Romanelli ha chiesto stamattina la condanna di Silvio Berlusconi a un anno di carcere per la vicenda del nastro Unipol-Fassino pubblicato sul "Giornale" nel dicembre 2005 e la condanna di suo fratello Paolo, editore del "Giornale" a tre anni e tre mesi di carcere. Oltre alla pubblicazione dell'intercettazione,allora coperta da segreto, a Paolo Berlusconi viene contestata anche la ricettazione di 400mila euro provenienti, secondo l'accusa, dai fondi neri della società che per conto della Procura aveva realizzato l'intercettazione in cui Piero Fassino festeggiava la conquista della BNL da parte di Unipol. Il pm ha invece chiesto l'assoluzione dell'editore del "Giornale" dall'accusa di millantato credito relativa ad un progetto di investimenti in Romania.

Per quanto riguarda Silvio Berlusconi si tratta da parte della procura di una sorta di autosconfessione: al termine delle indagini preliminari il pm Romanelli aveva chiesto l'archiviazione del Cavaliere non essendo emersa alcuna prova del suo ruolo nella fuga di notizie. Il giudice preliminare aveva invece ordinato il rinvio a giudizio e oggi - nonostante il quadro probatorio sia rimasto sostanzialmente lo stesso - il pubblico ministero ha sostenuto che é stata raggiunta la prova della colpevolezza anche dell'ex presidente del Consiglio. Il reato contestato é il concorso nella violazione del segreto d'ufficio. Secondo la ricostruzione dell'accusa, il nastro con la conversazione tra Giovanni Consorte, presidente di Unipol, e l'allora segretario dei Ds Piero Fassino venne portato da Fabrizio Favata, un ex socio di Paolo Berlusconi che lo aveva ricevuto a sua volta da Roberto Raffaelli, il titolare della società che per conto della Procura intercettava il telefono d Consorte. Paolo Berlusconi, Favata e Raffaelli avrebbero li portato il nastro ad Arcore, a casa di Silvio Berlusconi, alla vigilia di Natale. Su cosa accadde dopo le testimonianze divergono, Favata sostiene che udendo il nastro il Cavaliere sobbalzò e mostrò entusiasmo. Secondo Raffaelli, invece, Berlusconi senior era assopito, e per altro il computer con il file audio si inceppò. Paolo Berlusconi sostiene infine che non vi fu alcun tentativo di sentire il file, che lui nega di avere mai ascoltato nè prima nè dopo.

Per quanto riguarda l'accusa di ricettazione, Paolo Berlusconi, che la scorsa settimana era venuto in aula per fornire ai giudici la sua versione, aveva negato qualunuqe addebito. Il pm ritiene che valga invece la parola del suo accusatore Fabrizio Favata (che Berlusconi junior definì in aula "un truffatore di professione").

Favata sostiene di avere portato in ufficio a Berlusconi junior versamenti di 40mila euro mensili per dieci sei, provenienti dai fondi della Rcs, l'azienda di Raffaelli che lavorava (e lavora tuttora) per la Procura di Milano.

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