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Prodi: da un telefonata di D'Alema capii che non sarei andato al Colle

L’ex premier: "D'Alema mi disse che avrebbero dovuto coinvolgere i dirigenti"

Prodi: da un telefonata di D'Alema capii che non sarei andato al Colle

Fu una telefonata con Massimo D’Alema, nel giorno del quarto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica, a far capire a Romano Prodi che non sarebbe salito al Colle. A rivelarlo lo stesso ex premier in una intervista rilasciata per il nuovo libro di Alan Friedman, che ne riporta alcuni brani sul Corriere della Sera. D’Alema, dice il Professore, "mi ha detto: "Benissimo, tuttavia queste decisioni così importanti dovrebbero essere prese coinvolgendo i massimi dirigenti". Cioè facendone, come si fa sempre in questi casi, una questione di metodo e non di merito. E quando ho ascoltato questo ho messo giù il telefono, ho chiamato mia moglie e le ho detto "Flavia vai pure alla tua riunione perché di sicuro Presidente della Repubblica non divento"". D’Alema, riferisce Friedman, conferma in sostanza il contenuto della telefonata ma dice, "io non ho ispirato niente. Lui mi ha telefonato, credo che fosse nel Mali, e ha detto "ma tu cosa pensi?" e io ho detto "io penso che il modo come ti hanno candidato è una follia". D’Alema ricorda di aver detto a Prodi che la sua nomina era "un’imprudenza" e che "questa vicenda rischia di finire male" e dice che ha dato a Prodi un suo consiglio. "Il mio consiglio è che tu puoi essere candidato, però adesso li farei votare scheda bianca e aprire un confronto per vedere se almeno Monti, Scelta Civica eccetera convergono sul tuo nome".

Passaggi questi che, secondo quanto riferito da Friedman, Prodi non ricorderebbe.

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