Cronache

Quel politicamente corretto che ci rovina il divertimento

Una signora è stata multata perché era sull'altalena con un bimbo. Ora tutto è pericoloso o illegale: e pensare che un tempo si guidava sulle ginocchia di papà...

Quel politicamente corretto che ci rovina il divertimento

A Dorno, provincia di Pavia, un signora di 56 anni ha commesso un reato grave: si è seduta sull'altalena, una di quelle a due posti, per fare giocare un bambino. Non è che volesse fingersi una ragazzina: è che quell'altalena funziona solo se ci sono due persone, a fare da contrappeso. Ma i vigili non hanno potuto tollerare tanta inciviltà: i giochi del parco sono proibiti a chi abbia più di dodici anni, la signora era chiaramente del caso, quindi le è toccata una multa di cento euro. E pure il rimprovero del Moige, il Movimento genitori. Sì, il Movimento genitori non l'ha difesa: è d'accordo coi vigili. È inammissibile usare i giochi se si è troppo pesanti (magari la signora era esile come un ragazzino? chissà) e quindi gli agenti hanno fatto bene, hanno preservato la sicurezza dei nostri figli.
Non è che sia giusto rovinare i giochi del parco, anzi. Ma possibile che oggi sia tutto complicato, scorretto, ai limiti della legalità? Possibile che quello che fino a pochi anni fa sembrava un divertimento normale, oggi sia un'azione quasi da criminali? Per esempio, per prendere familiarità con l'automobile è sempre stato comune provare a guidare sulle ginocchia del papà: non lecito ma, di fatto, tollerato, magari in qualche strada fuori dal traffico. Come stare a bordo del trattore in campagna. Provate a immaginare se oggi i vigili (per dire, quelli di Dorno, quelli che hanno multato la signora che si dondolava con un bambino) beccassero un papà che fa guidare il figlioletto in braccio: come minimo, da denuncia. Figuriamoci le associazioni dei genitori, che parole troverebbero, per un gesto così sconsiderato.
Addirittura i bambini, una volta, trovavano divertente appendersi alle aste del tettuccio apribile (si riusciva benissimo su auto molto flessibili come la mitica Diane) e ciondolare stile Tarzan: ovviamente, con l'auto in movimento. Provate a immaginare se i vigili di Dorno (o di Milano, per non sembrare accaniti) vedessero una mamma che si porta a spasso due pargoli che, anziché stare incastrati nel seggiolino di rigore, penzolano nell'abitacolo: che fine farebbe quella mamma? Ci vorrebbero le manette, forse.
Del resto oggi tutto non solo ha il sapore di proibito, ma anche solo pensare di farlo ti conduce subito sulla sponda più terribile: quella dei genitori oggetto di riprovazione. È una categoria semplice, assoluta e falcidiante. Ha il potere di bloccare l'azione sul nascere, perché influisce direttamente sul pensiero: è la forza del politicamente corretto, che rovina perfino i momenti di divertimento. È il motivo per cui vendere giornalini o regalini alle feste della parrocchia finisce per passare da sfruttamento minorile, il motivo per cui i bambini non giocano più nei cortili, non prendono più un ascensore da soli, non possono giocare a palla in riva al mare e neanche più scavare buche nella sabbia, in certe località della riviera (forse qualche vigile potrebbe finirci dentro, inavvertitamente, mentre controlla il decoro e misura i centimetri di bagnasciuga). Fra un po' saranno classificati come atti da baby gang anche gli scherzi al citofono: perché è così semplice multare uno che citofona (come una signora al parco con un bambino), mentre è così difficile fermare i piccoli sbandati o i delinquenti, quelli veri.

Ed è molto più facile fare sentire un genitore come un criminale, che fare divertire un bambino.

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