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Quella poltrona vuota nei banchi dell'accusa: il giallo dell'assenza della Boccassini

Ufficialmente è in ferie. Ma l'assenza getta un'ombra sul tribunale: perché scappa dalla sentenza del suo eterno imputato?

Quella poltrona vuota nei banchi dell'accusa: il giallo dell'assenza della Boccassini

Nella bolgia di giornalisti, di pubblico e di aspettative, nei pochi minuti in cui l'aula del processo Ruby è rimasta aperta prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, brillava stamane una assenza. Quella di Ilda Boccassini, procuratore aggiunto della repubblica, il pm che ha investito più energia e determinazione nella battaglia per incastrare Berlusconi alle sue colpe per le allegre notti di Arcore. Una assenza impossibile da non notare, quella della dottoressa. Assenza ufficiosamente motivata con un periodo di ferie prenotato da tempo, ma destinata a sollevare inevitabili interrogativi e dietrologie. Mai, negli oltre vent'anni in cui la sua carriera di pm si è consumata sotto i riflettori dei media, era accaduto che Ilda Boccassini fosse assente ad una sentenza. E ancora più imprevedibile era che scegliesse di mancare alla conclusione del processo che più di ogni altro si è identificato in lei, segnando il punto più alto del suo lungo scontro con Silvio Berlusconi, suo eterno imputato.

A evitare che il pm Antonio Sangermano si ritrovasse da solo a incarnare il ruolo della pubblica accusa, ha provveduto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, materializzandosi in aula con la toga sulle spalle, a dire con i fatti che questo non è un processo di Ilda Boccassini ma dell'intera procura di Milano. Bruti a suo tempo non era venuto in aula ad assistere alla requisitoria della sua "vice", come è invece tradizione dei procuratori milanesi in processi di questo genere, e la cosa era stata notata. Oggi Bruti rimedia in modo esplicito. Ma la sua presenza in aula non azzera l'interrogativo: perché Ilda non c'è? Per quanto il periodo di ferie fosse programmato da tempo, ancora da più di tempo si sapeva che oggi ci sarebbe stata la sentenza. Poi, storicamente, Ilda Boccassini non è tipo da anteporre la vita privata a quella professionale. E allora? Inevitabile che qualcuno dicesse: la Boccassini ha intuito che tira aria di sconfitta, e allora ha preferito non esserci. Ma anche questa non sta in piedi. Con i suoi pregi e i suoi difetti, ma la Boccassini ha sempre messo la faccia sulle vittorie e sulle sconfitte. Che poi davvero il tribunale si prepari a darle torto, anche questo (almeno per ora) non risulta.

Insomma, il giallo della assenza della dottoressa è un giallo senza soluzione. Oltretutto, appena pochi giorni fa il procuratore Bruti aveva reso noto che all'indirizzo della Boccassini erano arrivate una rilevante quantità di lettere di insulti e di minacce. E non è certo da Boccassini dare ai matti e ai provocatori la soddisfazione di vederle fare un passo indietro. Poco quotata anche la pista dei problemi di salute, visto che ultimamente il procuratore aggiunto era apparsa tonica e in forma.

E dunque? Di certo c'è che tra qualche ora, quando verrà pronunciata la sentenza, quella poltrona vuota nei banchi dell'accusa (a meno che Ilda non si materializzi nel frattempo) continuerà a saltare agli occhi. Ma è altrettanto certo che l'ombra di Ilda, dovunque si trovi, incomberà ugualmente sull'aula del palazzo di giustizia milanese.

Perché, per lei e per il mondo, questo processo è il suo processo.

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