Politica

La radio anti-rottamatore perseguitata dai giudici

Il caso della fiorentina Radio Studio 54 querelata dal sindaco e puniti dalle toghe

Guido Gheri, proprietario e speaker di punta di Radio Studio 54
Guido Gheri, proprietario e speaker di punta di Radio Studio 54

Chi critica le malefatte del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, al meglio finisce condannato. È un assioma. Ma se ci fosse bisogno di un'ulteriore prova basta ripercorrere l'esperienza vissuta da Guido Gheri, «I' Gheri», come lo chiamano a Scandicci, alle porte di Firenze, fondatore, proprietario e speaker di punta della storica Radio Studio54, aperta nel 1975, un'oasi blu nel deserto rosso della Toscana. Ed è proprio questo il punto. «I' Gheri» sta sulle balle. E anche questo è un assioma. I suoi pensieri in libertà durante il programma Voce del Popolo ascoltato ogni mattina da quasi mezzo milione di persone vanno di traverso ai rossi politici locali. Soprattutto al sindaco di Firenze. Ecco perché la sinistra e i giudici di sinistra non la vogliono più tra i piedi.

Radio Studio54 è l'unica radio in Toscana che non è di sinistra e che non vive, come le altre, di soldi pubblici. E così per mettergli il bavaglio si è ricorso prima ai sigilli e poi alle condanne penali. Nel 2012 vennero sequestrati gli impianti e interrotte le trasmissioni. E qualche giorno fa per Gheri e un suo collaboratore è arrivata una sentenza di condanna. Le accuse sono diffamazione e incitamento all'odio razziale per certe frasi pronunciate in diretta. Il giudice Marco Bouchard, manco a dirlo membro di Magistratura democratica, ha inflitto 9 mesi di condanna a Gheri e 6 mesi al suo «aiuto» Salvatore Buono. I due sono stati anche condannati a risarcire il Comune di Firenze con una multa di 5mila euro. Il tutto ascoltando solo due dei 18 testimoni che i legali di Gheri avevano iscritto a ruolo, tra i quali figuravano anche tanti extracomunitari amici e collaboratori della radio.

La presunta istigazione all'odio razziale deriva dai commenti del Gheri sulla gestione del maxi-parcheggio a pagamento dell'ospedale Careggi di Firenze, da dove alcuni ascoltatori avevano segnalato atti vandalici e aggressioni da parte di extracomunitari e di zingari. Ovviamente venne tirato in causa anche il Comune di Firenze accusato di non risolvere quella grave situazione di ordine pubblico. Una critica che evidentemente colpì la delicata sensibilità del sindaco-segretario, ritenutosi offeso insieme alla sua amministrazione, e che decise per questo di querelare Gheri e Buono e di costituire il Comune di Firenze parte civile.

«Ma quale razzismo? - si difende Gheri - sono l'unico che ha sempre avuto stranieri a lavorare nella mia radio. Quando parlavo di Careggi lo facevo perché ricevevo ogni giorno centinaia di messaggi di donne e madri impaurite per quello che accadeva da anni nei parcheggi dell'ospedale. Senza che il Comune muovesse un dito. La verità è che qui è stato messo in piedi un preciso disegno volto a rovinare me e la mia famiglia. Radio Studio54 è l'unica spina nel fianco che hanno per cui avvalendosi dei loro amici magistrati cercano di distruggermi. Un danno di immagine e di salute incalcolabile».

In Toscana funziona così. Chi osa mettersi contro lo strapotere delle coop e dei poteri forti rischia pesante. Gheri per anni ha attaccato il sistema di sprechi regionale e provinciale nonché la giunta del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il quale, indispettito per essere stato definito in un dossier «Renzino Spendaccino», lo ha querelato. «Altro che Cuba, qui è peggio, una cosa impressionante. Chi la pensa diversamente in Toscana prima o poi la paga. Loro hanno il potere di distruggerti». Il senatore fiorentino di Fratelli d'Italia e candidato a sindaco di Firenze, Achille Totaro, ha preannunciato che presenterà un'interrogazione parlamentare in merito.

L'avvocato Paolo Florio, difensore di Gheri, ha parlato di «sentenza sorprendente, date le miti richieste della procura» che, per l'istigazione, proponeva al giudice solo una multa e non il carcere. Ma se parli male del sindaco Renzi..

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