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Reddito 5s al capolinea. Assegno di inclusione al via da gennaio

Lunedì il voto in Cdm. Previsti fino a 500 euro moltiplicati per la scala di equivalenza.

Reddito 5s al capolinea. Assegno di inclusione al via da gennaio

Dal primo gennaio prossimo il reddito di cittadinanza diventa Assegno di inclusione. Nella bozza del decreto che il governo vuole portare in consiglio dei ministri del primo maggio, a firma della ministra Maria Elvira Calderone, ci sono le modifiche al sussidio dal 2024. La riforma del reddito di cittadinanza, introdotto dal Movimento cinque stelle, rientra in un pacchetto normativo più ampio sul lavoro e contiene la stretta annunciata dal governo Meloni. Il sussidio non si chiamerà Mia, come inizialmente era trapelato, ma assegno di inclusione e potrà essere chiesto solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori oppure over 60. L'assegno, recita la bozza «è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa». I richiedenti devono essere residenti in Italia da almeno 5 anni e gli ultimi due in modo continuativo. La famiglia deve avere un Isee non superiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6mila annui, moltiplicati per la scala di equivalenza. Nel calcolo del reddito sono incluse le pensioni e i compensi da lavoro sportivo nell'area del dilettantismo. Il valore del patrimonio immobiliare, che è diverso dalla casa di abitazione, non può superare i 30mila euro e non si possono possedere auto con oltre 1.600 di cilindrata o moto oltre i 250 cc immatricolati nei tre anni precedenti. La soglia massima dei 6mila euro annui viene però incrementata in caso di affitto fino ad un massimo di 3.360 euro annui. Sono stati introdotti paletti stringenti. Il sussidio potrà arrivare a 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi). Nella bozza del decreto si spiega che la scala vale uno per il primo componente, 0,5 per ogni altro componente con disabilità, 0,4 per gli altri componenti over 60 o con carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori. Ma soprattutto il decreto stabilisce la stretta alla durata del beneficio. L'assegno è erogato per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori di dodici mesi. Nel caso il soggetto inizi un lavoro dipendente la retribuzione non è considerata nel reddito fino a un massimo di 3mila euro annui lordi. Per avere il beneficio di inclusione si deve fare l'iscrizione al sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa (Siisl). I beneficiari devono presentarsi per il primo appuntamento ai servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Poi ogni tre mesi devono tornare per aggiornare la posizione. Se non ci si presenta, l'assegno viene sospeso. I componenti del nucleo familiare che abbiano tra 18 e 59 anni e che siano occupabili, verranno avviati ai centri per l'impiego per la sottoscrizione di un patto personalizzato per l'inserimento nel mercato del lavoro. La famiglia perde il beneficio economico se uno dei membri rifiuta un'offerta di un contratto che preveda un periodo di almeno un mese. Nel caso di contratti tra uno e sei mesi il beneficio è solo sospeso. L'obbligo di accettare il lavoro cambia a seconda della distanza dell'offerta: non ci sono «limiti di distanza, nell'ambito del territorio nazionale, se si riferisce ad un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato o a tempo determinato di durata superiore a dodici mesi». Nel caso di contratto fino a 12 mesi c'è l'obbligo di accettazione se il luogo di lavoro non dista più di 80 chilometri dal domicilio del soggetto.

Per gli occupabili, cioè per le persone tra i 18 e i 59 anni non disabili e non impegnati in attività di cura in situazione di povertà dal primo settembre scatta lo «Strumento di attivazione»: lo Sda sarà di 350 euro ma sarà erogato solo nel caso di partecipazione ad attività formative o a progetti utili alla collettività, per tutta la loro durata e comunque per periodo massimo di dodici mensilità.

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