Politica

Renzi, Grillo, Boldrini & Co.: Ricci dà le pagelle ai politici

Ricci: "C'è una mafiosa guerra per bande". E sul politicamente corretto: "Non sei più libero di dire che un gay può essere un cretino o che una donna è stronza quanto un uomo"

Renzi, Grillo, Boldrini & Co.: Ricci dà le pagelle ai politici

Non si cura di chi lo critica. "Chi lo fa, perlopiù, scrive in pieno conflitto di interessi, tentando di favorire o danneggiare". Ma non dà nemmeno troppo peso alla tivù: "Non è maestra di vita. È finzione. Non fa cultura perché la cultura ha bisogno di scambio. E la tv non scambia nulla, vende. È marketing". Eppure lui, Antonio Ricci, in trentacinque anni la televisione l'ha fatta e l'ha pure cambiata: "Ho cercato di instillare qualche dubbio, di fare la tv del 'qualcosa'". Dal successo targato Drive In, che dal 1983 al 1988 ridisegnò la satira, agli share stellari di Striscia la notizia, in onda ormai da 26 anni, ripercorre in una intervista fiume a Vanity Fair un lungo cammino che oggi vanta anche il nuovo programma Giass - Great Italian Association che, a suo dire, sarà la nuova versione della sua unica specialità: "Rompere i maroni".

L'obiettivo di Ricci è arrivare a trent'anni con Striscia la notizia. Solo allora si ritirerà a scrivere "false memorie, partecipare a convegni sul punteruolo rosso e gli agapanti, andare ai giardinetti di Alassio mulinando un pannolone, morire trafitto da un tapiro". Il tutto senza alcun rimpianto: "In Italia il rimpiantismo è la malattia senile del progressismo". Con lo stesso sguardo disincantato l'autore televisivo sbircia la politica italiana. "C'è una mafiosa guerra per bande - spiega ai microfoni di Vanity Fair - gli affari hanno preso il posto delle ideologie, tentando un patetico camouflage. Solo un fesso può pensare che De Benedetti sia un sincero democratico o che Berlusconi sia di Alba Dorata. Ognuno organizza le proprie truppe per picchiare la cosca avversa". Tuttavia, smentisce le voci che lo volevano vicino al Movimento 5 Stelle solo per la sua amicizia con Beppe Grillo: "Mettere una croce in faccia al mio vecchio amico, sarebbe come fargli un necrologio. A parte che sul 90 per cento delle cose ha ragione, a ‘sto giro mi sono astenuto senza drammi... per fortuna ero all'estero". Per il guru dei Cinque Stelle Ricci ha scritto i primi spettacoli e programmi televisivi. "Eravamo una coppia di fatto - racconta - abitavamo in un residence dove per scaldarci usavamo il phon. Lui, ex rappresentante di jeans, era stato ingaggiato da Pippo Baudo. Io campavo facendo due spettacoli a sera al Settepiù e al Derby Club di Milano con Cochi e Renato, Gianfranco Funari, i Mimistrelli. Un paio di scarpe costava 10mila lire, io ne guadagnavo 5". A Grillo, però, riconosce "grandi capacità provocatorie", ma si rifiuta di credere all'uomo della provvidenza perché la ritiene "una scorciatoia mentale".

Anche al premier Matteo Renzi riconosce grandi qualità. "È sveglio, veloce, un grande venditore". A detta di Ricci ha imparato la lezione da Silvio Berlusconi che "è stato resuscitato in diretta" dal "taumaturgico" Michele Santoro. "Santoro è una evoluzione di Biscardi e del suo processo del lunedì - spiega Ricci - invitando Berlusconi credeva di competere con lui a livello circense-spettacolare. Ma è impossibile. Invece di domarlo lo ha eternizzato in quanto re". Ricci è uno che rifugge i talk show: non li guarda e non ci va. "Prenda Giovanardi che strilla se vede due uomini per mano - spiega - di sicuro il Giovanardi vero è meno stupido di quello finto. Ma lui ci si nasconde dentro così lo chiamano in tv. E poi arriva la Concia, che magari non è più lesbica da anni, ma lo fa, così litigano in tv e campano ancora un giorno nel loro specchio". E denuncia: "Non sei più libero di dire che anche un gay può essere un cretino o che una donna è stronza quanto un uomo.

L'ascesa di Laura Boldrini, presidente della Camera, è figlia del politicamente corretto".

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