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Renzi telefona subito ai marò: "Farò semplicemente di tutto"

Dopo i flop di Monti e Letta, il neo premier promette maggior impegno per liberare i nostri militari. La Pinotti: "Tornino subito a casa"

I marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
I marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre

Il dossier dei marò passa al team di Matteo Renzi. Dopo i clamorosi flop dei ministri che si sono alternati alla Farnesina, Giulio Terzi di Sant'Agata e Emma Bonino, la speranza è che la neo titolare degli Esteri Federica Mogherini riesca a far valere i diritti di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Non solo perché ormai il rientro dei due fucilieri di Marina è improcrastinabile. Ma anche - e soprattutto - perché la nuova scadenza (l’ennesima) della vicenda è proprio per lunedì. Quando la Corte indiana tornerà a riunirsi di nuovo e l’Italia, se si troverà di fronte ad ulteriori meline e rinvii, dovrà dire quel "basta" che da mesi rimbalza non solo nei palazzi ma anche e soprattutto nel Paese. Dopo il giuramento Renzi ha subito telefonato ai due militari e ha promesso loro che il nuovo governo farà "semplicemente di tutto" per riportarli a casa.

Spetterà a Matteo Renzi e ai tre ministri che fanno parte della task force marò decidere la reazione, il passo, la decisione. Per una svolta. "La vicenda dei marò è la nostra prima preoccupazione ed il primo pensiero che dobbiamo avere", ha assicurato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, lasciando il Quirinale dopo il giuramento. Per il momento Renzi non ha ancora anticipato granché. Ma potrebbe non mancare, a sorpresa, un asso nella manica. Nei giorni scorsi il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre, ha annunciato che Renzi starebbe valutando "nuove iniziative". Tra queste anche l'arbitrato internazionale, già "esplorato" dalla task force dell'ex premier Enrico Letta solo qualche giorno fa. Come, tra le righe, si potrebbe desumere dalle parole della Mogherini, che qualche settimana fa ha sottolineato la necessità di "risolvere la controversia nel pieno rispetto del diritto internazionale, giungendo al riconoscimento della giurisdizione italiana sul caso in qualità di 'Stato di bandiera' della nave operante in acque internazionali". "I marò sono nel mio cuore e nel cuore di tutti gli italiani - ha assicurato il ministro della Difesa Roberta Pinotti -dobbiamo con forza riportarli a casa".

Dall’India intanto continuano a rimbalzare indiscrezioni stampa. L’ultima, riferita dal Times of India, vuole il governo indiano deciso ad abbandonare definitivamente il progetto di incriminare Latorre e Girone con l’uso della legge anti-pirateria (Sua Act), ma pronto a chiedere lunedì alla Corte Suprema di mantenere la polizia Nia (di solito usata in casi di terrorismo) per la presentazione dei capi d’accusa. Una situazione, che non farebbe rischiare la pena capitale neppure se riconosciuti colpevoli della morte dei due pescatori.

Ancora una volta, un messaggio contraddittorio.

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