Politica

Retromarcia Pd, l'Imu ha le ore contate

Al vertice di Palazzo Chigi la sinistra abbandona la linea dura. Spiragli da Alfano: "Possiamo farcela"

Retromarcia Pd, l'Imu ha le ore contate

Roma - Facce, per una volta, distese e nodi da sciogliere solo tecnici. La partita dell'Imu diventa un po' più facile. «Nessuno ha interesse a regalarla al Pdl», spiegava ieri un esponente del Pd. Quindi, la tentazione democratica di fare saltare il tavolo è rientrata, forse definitivamente. Se n'è reso conto ieri il premier Enrico Letta a un vertice convocato poco prima del Consiglio dei ministri per sciogliere gli ultimi nodi sulla riforma dell'imposta dal 2014 e la cancellazione delle rate 2013. Vertice difficile (oltre al presidente del Consiglio c'erano i ministri dell'interno Angelino Alfano, degli Affari regionali Graziano Delrio e dell'Economia Fabrizio Saccomanni) ma quasi esclusivamente per le coperture, che sono ancora da trovare.
Letta ha intenzione di chiudere domani (anche se dal ministero dell'Economia si suggeriva uno slittamento di qualche giorno) con un'intesa politica soddisfacente per tutti. Il Pdl è ottimista - dopo il vertice Alfano dice «c'è da lavorare ma ce la possiamo fare» - e non ha cambiato posizione, cioè cancellazione di tutte le rate Imu 2013 per le abitazioni principali, poi riforma con l'imposta «federalista», anche nella forma di service tax. Cioè di tributo che include i pagamenti per i servizi pubblici forniti dagli enti locali.

Il nodo è in primo luogo quello relativo alle rate Imu del 2013. Data per acquisita la cancellazione di quella di giugno - rinviata, ma rimasta come clausola di salvaguardia con scadenza 16 settembre - che costa poco più di due miliardi, resta ancora da coprire la rata di dicembre. Il Pdl ha chiesto di nuovo che venga cancellata, mentre il Pd preme affinché le risorse vengano destinate ad altre misure.
Ma non è chiuso nemmeno il confronto sulla riforma complessiva. Data per acquisita la service tax, il vertice di ieri non ha risolto la cifra che sarà destinata ad escludere l'abitazione principale. Il Pdl resta fermo sui 4 miliardi all'anno, quanti ne bastano per lasciare fuori tutti i proprietari di prime case non di lusso. Il Pd resta sui due miliardi. Scartata la soluzione di un anticipo della service tax al dicembre del 2013. La nuova tassa partirà dal gennaio 2014, ma potrebbe spuntare un acconto dalla fine del 2013.

La giornata chiave è oggi, vigilia del consiglio dei ministri sull'Imu. Il segretario Pd Guglielmo Epifani farà un punto con ministri, sottosegretari. Un punto «politico e tecnico» sulla posizione che terranno i democratici. Quindi non sono escluse sorprese.
«Stiamo valutando tutte le opzioni», ha sintetizzato Delrio all'uscita del vertice di ieri. Lo stesso ministro, giorni fa, aveva riaperto la partita dell'Imu sostenendo che dovrebbe essere esentato il 70% dei proprietari di prima casa. Domenica il viceministro all'Economia Fassina aveva invece attaccato il Pdl sostenendo che bisogna tassare le case di lusso. «Al viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, al segretario traghettatore del Pd, Guglielmo Epifani, e a tutti i compagni del Pd ricordiamo che ville, castelli e immobili di lusso facenti parte delle categorie catastali A1, A8 e A9 sono già esclusi e continueranno a essere esclusi dall'esenzione Imu sulle prime case», ha replicato ieri il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta.
«Letta è comunque convinto che alla fine si riuscirà a chiudere», spiegava ieri una fonte vicina al premier. Il ministro Saccomanni si presenterà al consiglio dei ministri con una proposta aperta. I ministri potranno proporre modifiche. Nei giorni scorsi Brunetta aveva avvertito che il Pdl non accetterà ricette prendere o lasciare.

Via XX settembre ha posto come unica condizione la certezza delle coperture.

Commenti