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Rifiuti in Campania processo a Bassolino tutti assolti

Tutti assolti gli imputati nel processo per presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania

Rifiuti in Campania processo a Bassolino tutti assolti

Sono stati tutti assolti gli imputati nel processo per presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. La sentenza è stata emessa dalla V sezione del Tribunale di Napoli. Tra gli assolti l'ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. "Questa decisione che dimostra la verità dei fatti ripaga Bassolino di un calvario di sofferenza", hanno commentato gli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Fusco, legali dell’ex governatore.

Nel processo per i presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania in cui era imputato, tra i ventotto imputati assolti con formula piena c'è l’ex presidente della Regione Campania ed ex commissario straordinario all’emergenza rifiuti Antonio Bassolino. Il processo si è svolto davanti alla quinta sezione del Tribunale, il collegio C presieduto da Maria Adele Scaramella insieme ai giudici Antonia Napolitano Tafuri e Giuseppe Sassone. Agli imputati venivano contestati a vario titolo i reati di frode in pubbliche forniture, truffa e falso. Numerosi i capi di imputazione già prescritti, dal momento che i fatti contestati risalivano al periodo tra il 2000 e il 2005. Per Bassolino, accusato in particolare di non avere rescisso il contratto con le società aggiudicatarie degli appalti per la gestione dei rifiuti, il pm Paolo Sirleo, al termine di una requisitoria durata venti ore, aveva chiesto la prescrizione per tutti i reati anche se aveva sottolineato di ritenere che "abbia concorso nella perpetrazione dei reati". Assolti anche Piergiorgio Romiti, ex manager del gruppo Impregilo, Armando Cattaneo, ex ad di Fibe, società del gruppo Impregilo, Angelo Pelliccia, ex direttore generale di Fibe, e Raffaele Vanoli, ex su commissario all’emergenza rifiuti, per i quali il pm aveva chiesto la condanna. Per Impregilo era stata chiesta la condanna al pagamento di 750milaeuro e a due anni di interdizione dallo stipulare contratti con la pubblica amministrazione.

Il tribunale ha disposto anche il dissequestro dei siti e la loro restituzione alle Province.

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