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Rimasto senza argomenti, Monti sa solo insultare: "Togliamo l'Italia agli incapaci"

Bankitalia ammette il fallimento della cura Monti, i sondaggi rilevano il flop politico. Monti, in panne, sa solo insultare

Silvio Berlusconi e Mario Monti a Montecitorio
Silvio Berlusconi e Mario Monti a Montecitorio

Non c'è niente da fare: quando finiscono gli argomenti, si passa all'insulto. E Mario Monti, gli argomenti, li ha finita da tempo. È ormai sotto gli occhi di tutti che il Professore, in panne per la mancata operazione per formare il Grande Centro e preoccupato dai sondaggi che lo danno pericolosamente sotto il 10%, ha cambiato tono sostituendo gli slogan ai numeri, le chiacchiere al programma e, soprattutto, gli insulti al dialogo. In questa nuova veste il premier dimissionario ci sta a pennello. Tanto che non passa giorno che non affibi epiteti e aggettivi a questo e a quel leader politico.

Smontate le "prodezze" di tredici mesi di governo tecnico, Monti è rimasto col cerino. Numeri e grafici alla mano Silvio Berlusconi ha, infatti, spiegato agli italiani che non solo il Professore non è riuscito a far uscire il sistema Italia dalla crisi economica, ma ha addirittura trascinato il Paese in una recessione senza precedenti che ha falciato il mercato del lavoro e impoverito le imprese. Il Cavaliere non ha fatto altro che raccogliere i dati pubblicati dalla Banca d'Italia, dall'Istat, dalle associazioni dei commercianti e dal Fondo monetario internazionale. Tutti concordano sul fatto che nell'ultimo anno tutti gli indicatori economici sono pesantemente peggiorati: la disoccupazione è cresciuta, il pil è precipitato, l'industria è sempre più in affanno, gli italiani danno fondo ai propri risparmi. Una sola consolazione per il Professore: lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi è ampiamente sceso sotto la scoglia dei 300 punti base. Tuttavia, va detto che il debito pubblico ha superato la cifra monstre di 2mila miliardi di euro. Un numero che fa orrore e che deprime l'economia. Dalle prime battute di campagna elettorale Berlusconi non ha fatto altro che illustrare agli italiani il fallimento del governo Monti. Un'operazione verità che non è affatto piaciuta al Professore che non potendo replicare coi fatti è passato agli insulti.

Il cambio di registro si è visto subito. All'affollatissima conferenza stampa di fine dicembre per presentare l'agenda che da lì a breve avrebbe preso il suo nome, Monti ha subito smesso i panni del tecnico per indossare quelli del politico. "Talora faccio fatica a seguire la linearità del pensiero di Berlusconi , rimane un quadro di comprensione che a me sfugge", aveva detto il presidente del Consiglio andando quindi a rivangare, per l'occasione, le cene ad Arcore. "Il più grande costo della politica non è tanto quello dei festini, irriguardosi di ogni dignità, e che determinano lo screditamento della politica quando invece c'è bisogno del suo rafforzamento - aveva continuato - ma le decisioni non prese o quelle prese per interesse di breve periodo". Monti inaugurava con queste parole una campagna elettorale incentrata sull'insulto facile che ha avuto il suo apice nei giorni scorso quando ha accusato sempre il Cavaliere di essere "un pifferaio magico". "Le promesse fatte da Berlusconi - ha tuonato il premier uscente - ricordano il pifferaio di Hamlin che incanta i topini. Che gli italiani possano credere a certe parole pronunciate da quella bocca mi fa venire in mente il pifferaio magico che porta i topini ad annegare". Quindi l'affondo: "Berlusconi è uno che ha già illuso gli italiani tre volte. La prima vota mi sono fatto illudere anch'io".

Anche oggi a Monti non sono rimasti che gli insulti. In una chiacchierata con il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il premier ha spiegato che non si può rimettere l’Italia "nelle mani degli incapaci che l’hanno portata al novembre 2011". Una stoccata (neanche troppo velata) all'asse Pdl-Lega e , in particolar modo, al Cavaliere. "La vecchia politica non deve tornare - ha spiegato - il governo tecnico non sarebbe stato chiamato se la gestione della cosa pubblica fosse stata nelle mani di politici capaci e credibili".

Peccato che i risultati del governo tecnico siano stati disastrosi, peccato che adesso l'Italia sta peggio, peccato che nel 2014 il Paese è destinato ad arrancare ancora di più proprio a causa delle misure attuate da Monti e compagni, Forse, per dirla con le parole di Berlusconi: "Non bisogna lasciare il paese in mano agli incapaci? Si riferiva, evidentemente, ai ministri del suo governo".

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