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La rivolta delle divise contro il "loro" ministro

La provocazione: alle prossime manifestazioni venga in piazza con noi 

La rivolta delle divise contro il "loro" ministro

Non si era mai vista la polizia in assetto antisommossa «contro» il ministro dell'Interno. Oltre ai blog e ai forum dei soldati blu, inferociti con la ministra (la frase più soft è «non voglio difendere un ministro come quello lì»), sono i sindacati di polizia a rilanciare la rabbia della truppa per come è stato gestito, anche mediaticamente, il dopo scontri. Con un ministro che anziché prendere di petto il problema dei teppisti impuniti preannuncia indagini sui cattivi poliziotti. L'ira è sulla Cancellieri, ma anche sulla Fornero, che in un comunicato del sindacato Consap viene definita ministro «sprezzante» che non «merita comprensione».
La temperatura, per il governo, sale tra i servitori dello Stato a 1.400 euro al mese. «Caro ministro Cancellieri, punisca questo facinoroso celerino che con inaudita violenza sbatte il proprio volto e la propria professionalità sullo stivale del malcapitato manifestante», attacca l'associazione Acah (All cops are heroes, tutti i poliziotti sono eroi) mostrando online la foto di un rappresentante delle forze del'ordine picchiato e calpestato. «Le posizioni della Cancellieri sull'ordine pubblico sono “inquietanti” - lancia l'affondo Giuseppe Tiani del Siap - perché un ministro che si avventura nella proposta di soluzioni tecniche (la numerazione dei caschi dei poliziotti, ndr) senza confronto ci lascia costernati. Siamo perplessi che un ex prefetto si comporti come un qualsiasi banale uomo politico che insegue l'opinione pubblica e il consenso. Dal ministro ci saremmo aspettati una presa di posizione legittima contro i violenti, ma una tutela dell'istituzione nel suo complesso». E che dire delle critiche feroci del sindacato autonomo di polizia Sap per bocca del suo segretario nazionale Nicola Tanzi: «Siamo sconcertati dalle parole del ministro che ha annunciato punizioni per i poliziotti che si sono macchiati di violenze nei confronti dei manifestanti. Avremmo preferito che il ministro avesse detto che bisogna prima accertare i fatti e poi decidere. Parlare in questo modo è pericolosissimo». E di rimando, con Francesco Paolo Russo, si arriva all'appello a manifestare tutti insieme «contro queste prese di posizione da parte della ministra “tecnica” che di polizia non ne sa una beata mazza».

Anche l'Ugl polizia, con il leader sindacale Valter Mazzetti, prende di petto il responsabile del Viminale sulla proposta di marchiare i caschi degli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico con un numero identificativo. «Nei prossimi giorni incontreremo il ministro Cancellieri e le diremo il nostro deciso no a questa proposta. È facile giudicare stando comodamente seduti in una poltrona ministeriale o in parlamento mentre in mezzo alla strada a prendere sassate, sprangate in testa, insulti e sputi ci vanno i poliziotti. Proponiamo che alle prossime manifestazioni a rischio il ministro Cancellieri e tutti gli altri censori scendano in piazza con noi a svolgere il servizio di ordine pubblico e solamente dopo diano un giudizio». Incredulo e indispettito per la sortita del ministro sul codice a barre sopra i caschi u-boot della Celere è il battagliero segretario provinciale romano del Siulp, Saturno Carbone: «Io davvero non ci credo che il ministro dell'Interno abbia avuto questa ideona dei caschi numerati. Davvero, non posso crederci. Per quanto ci riguarda, siamo fermamente contrari. Ma se proprio non se ne può fare a meno, allora numeriamo anche i caschi dei manifestanti e vediamo che cosa succede.

Non accettiamo più processi sommari, ci ribelliamo alle sassate e alle accuse veicolate ad arte attraverso un linciaggio mediatico vergognoso, e di parte, che non ha precedenti».

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