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Gualtieri spreme ancora i romani. In vista l'incremento della Tari

Via libera all'aggiornamento degli extracosti sui rifiuti da spedire fuori regione. Aumento della Tari in arrivo per i romani?

Roma paga l'assenza di impianti per i rifiuti, e si teme un incremento della Tari

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Roma paga l'assenza di impianti per i rifiuti, e si teme un incremento della Tari

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La Tari rischia di diventare una vera e propria stangata per i romani, anche a causa del fatto che, ad oggi, la Capitale non dispone ancora di un sistema di smaltimento di rifiuti ad hoc che consenta di gestire quelle migliaia di tonnellate prodotte regolarmente. Ciò potrebbe alla lunga tradursi in maggiori costi per i cittadini.

Intanto all'impianto Tmb1 di Malagrotta, centro in cui convergono i rifiuti di Roma, Stato del Vaticano e Comune di Fiumicino, è arrivato l'aggiornamento regionale dei costi di smaltimento. Si parla di un aumento di 10 milioni di euro l'anno (+40%) per Ama, società che si occupa della raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

È la E.Giovi, società proprietaria della linea 1 dell'impianto, a dover affrontare gli extracosti.

Il problema della mancanza degli impianti

La situazione è nota da tempo. A Roma mancano impianti di smaltimento sul territorio regionale. Dopo un primo trattamento in loco, i rifiuti devono essere spediti altrove, fuori dai confini del Lazio, per gli ultimi processi di lavorazione.

Basti pensare che a cadenza mensile Tmb si occupa di trattare circa 15mila tonnellate di indifferenziata, di cui la maggior parte composta da rifiuti prodotti nella Capitale, che è poi obbligata a trasferire altrove, altrimenti si bloccherebbe l'impianto. Circa 10.293 tonnellate, fra css e scarti, deve essere spedite fuori dai confini regionali.

Con simili premesse, si comprende come mai i costi siano tanto elevati. Ai 142,64 euro previsti della tariffa di accesso all'impianto, devono infatti essere aggiunti altri 56,82 euro. Ne consegue che ogni mese, Roma, Stato del Vaticano e Fiumicino saranno tenuti a fornire un rimborso a E. Giovi, che sostiene gli extracosti. Nello specifico, si parla di una spesa che si aggira attorno agli 852mila euro che, in un anno, supera i 10,2 milioni.

A tale cifra è necessario poi aggiungere il costo della tariffa ordinaria: si arriva, in sostanza, a 199,46 euro per tonnellata di rifiuti, cioè 3 milioni di euro al mese e 36 milioni di euro all'anno. Cifra da incubo. Purtroppo le soluzioni ancora non ci sono. E. Giovi smaltisce quanto può negli impianti di Albano (chiuso lo scorso febbraio) e di San Vittore, ma per il resto è costretta a spedire i rifiuti altrove, via nave o treno.

Gualtieri pensa di alzare la Tari

Mentre si parla di nuove regole per la Tari, che andranno a interessare tutti i comuni non appartenenti a regioni a statuto speciale, a Roma si teme che lo stato attuale delle cose porterà a un aumento della tassa sui rifiuti.

Come previsto da Arera, infatti, il sistema di calcolo della tariffa va tarato sui costi affrontati nei due anni precedenti. In attesa che Ama recuperi l'incremento di spese, ci sarà uno sbilancio nei conti di circa 20 milioni di euro.

Ecco perché si teme un aumento di Tari per i romani, che attualmente pagano 314 euro all'anno.

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