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Sanità, Formigoni smaschera i pm di Milano: "Non c'è atto corruttivo"

Il governatore, indagato nell'inchiesta sulla sanità lombarda, smschera i pm di Milano: "Qui la corruzione la ghe minga"

"Qui la corruzione la ghe minga. Scusate, qua l’atto corruttivo dov’è? Qua la corruzione dov’è? Io non l’ho trovata". Sereno, sicuro di sé, sorridente. Il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni risponde punto per punto alle accuse mosse dalla procura di Milano che lo ha indagato contestandogli il reato di corruzione con l’aggravante della transnazionalità per i reati di corruzione e finanzianamento illecito, in concorso con Pierangelo Daccò, Umberto Maugeri, Costantino Passerino, Antonio Simone. "Ho letto le carte e, a una seconda lettura mi sono detto 'Tutto qua?' - ha spiegato il presidente - qual è l’atto corruttivo? Dov’è la corruzione? Io non l’ho trovata".

"Voi giornalisti sapete tutto da prima di me, già eravate stati avvisati ieri di quello che sarebbe successo nel primo pomeriggio di oggi, quando la procura della Repubblica di Milano mi ha indagato per i reati di corruzione nel procedimento penale relativo alla Fondazione Maugeri". Oggi pomeriggio, in conferenza stampa a Milano, Formigoni è tornato a ribadire la propria estraneità nei fatti sottolineando - come ha già fatto più volte - che nelle carte dei pm milanesi manca l'atto corruttivo. D'altra parte leggendo le carte della procura meneghina, che accusa il governatore di essere stato corrotto, non si trova alcuna traccia di corruzione. "Ho letto le carte e mi sono posto domanda: 'Tutto qua? Non c’è una novità?' - ha sottolineato - avevo già letto tutto su giornali. Episodi falsi, gravemente deformati". Accusando una certa stampa vicina al centrosinistra e una pletora di giornalisti che si sono mostrati "degni gazzettieri" dei magistrati, Formigoni ci ha tenuto a far presente che da tempo aveva chiesto ai pm milanesi di essere sentito per far luce su quanto accaduto. La procura di Milano non ha mai voluto. Adesso però lo indaga e lo invita a comparire.

"Non ho assolutamente nulla da temere, sono sicuro di me stesso e della correttezza di tutto quello che ho fatto", ha continuato il presidente della Regione Lombardia entrando nel merito delle accuse che gli sono state mosse dalla procura di Milano e spiegando che l’avviso di garanzia è "infondato e insussistente". Non solo. Formigoni ha anche ricordato che la Regione non ha potere di controllo sui bilanci delle fondazioni private ("Se fossi andato al San Raffaele per vedere i bilanci mi avrebbero detto: sta a cà tua") e ha ricordato che non solo non c’è mai stato alcun vantaggio per il San Raffaele e la Maugeri, ma non c’è nemmeno mai stato alcun danno per la Regione Lombardia.

Proprio per questo Formigomni non ha alcuna intenzione di dimettersi: "So che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei".

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