Cronache

"Lo sbarco? Non è di Anzio". La Storia contesa tra due città

Il sindaco di Nettuno: "Avvenne da noi". Il rivale: "Revisionisti". E per la prima volta dal 1944 si terranno cerimonie separate

"Lo sbarco? Non è di Anzio". La Storia contesa tra due città

L'operazione «Shingle» è finita da 70 anni, ma ad Anzio e Nettuno riprendono a volare le cannonate. Verbali, ma non a salve. In quel ramo della provincia di Roma che volge a mezzogiorno ci si accapiglia sulle celebrazioni del settantesimo anniversario di un evento che se per l'Italia fu storico, per le due cittadine che convivono incollate l'una all'altra è un'eredità definitiva, un segno permanente che ne ha scolpito tutta la storia successiva: lo sbarco Alleato che impresse una svolta decisiva alla a Seconda guerra mondiale per l'Italia. Era il 22 gennaio 1944, gli anglo-americani volevano aggirare le difese della linea Gustav e lo fecero al costo di un enorme prezzo di sangue. Per percorrere i 60 chilometri che separano Anzio e Nettuno dalla capitale ci vollero più di quattro mesi (entrarono a Roma solo il successivo 4 giugno) di feroci combattimenti. Ancora oggi, i borghi che sorgono lungo la strada tra il mare e la via Appia hanno nomi che evocano distese di morti e battaglie: Campo di Carne, Campoleone.
Il cimitero americano di Nettuno, meta fissa di ogni presidente degli Stati Uniti che passi per Roma, conta 8.000 croci bianche. E di fronte al peso di questa eredità storica e umana, una sola domanda angoscia le amministrazioni comunali delle due cittadine: ma fu «Sbarco di Anzio» o «Sbarco di Nettuno»? Sembra un lazzo da novella di Guareschi, invece sta diventando una Tale of two cities in salsa agrodolce. Risultato: per sessantanove anni le due città hanno commemorato insieme l'evento, il settantesimo è l'anno della discordia, con cerimonie separate. In due paesoni così vicini che i confini corrono dentro le singole case, si litiga sul «marchio», sperando forse di strappare al fratello coltello una fetta di turismo americano in più. Peccato che dall'altra parte dell'oceano la disfida cominci a suscitare sentimenti tra l'ilarità allo sdegno: la faccenda è finita in prima pagina ieri sull'edizione internazionale del New York Times, e l'articolo riporta il giudizio amaro di Tina Young, la soprintendente del cimitero americano: «È un po' triste che la questione stia prendendo il sopravvento sul senso del sacrificio di quelle vite».

Ma niente, i politici locali non ci sentono. Il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, accusa i rivali di revisionismo e ricorda il sangue versato dalla città bombardata, il sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, assicura che non si vuol cambiare la storia, ma solo «mettere in luce il ruolo di Nettuno». E il primo cittadino annuncia l'intenzione di aprire un centro di documentazione locale, sottolineando che le prime truppe, i fanti americani della Terza divisione, toccarono terra per primi in un punto della spiaggia di Nettuno denominato in codice bellico «X-Ray». Su questo dettaglio sta giocando un bel battage pubblicitario, con l'individuazione di un sito simbolo, salvatosi dalla cementificazione selvaggia della costa (che accomuna le due città) solo grazie al fatto che ricade tuttora nell'area del poligono di tiro militare. «Chi è arrivato prima e dove? Assurdo ridurre un evento militare di questa portata a una gara a cronometro, lo sbarco si svolse in piena notte in contemporanea lungo 20 km di costa», dice Diego Cancelli, presidente dell'Associazione «Shingle 1944», tra i promotori del museo dello Sbarco, aperto ad Anzio solo nel 1994, mentre a Nettuno il cimitero, gestito direttamente dal governo Usa, è da sempre vissuto come un corpo estraneo.
Ma ora che l'anniversario «rotondo» fa sentire profumo di dollari di turisti Usa, la storia non è più un orpello noioso. Eppure ha disegnato usi e costumi del territorio. Ancora oggi, basta scavare sotto la sabbia per trovare proiettili e ordigni bellici. I bimbi qui imparano prima a giocare a baseball che a calcio, usanza lasciata in eredità dai soldati americani che impegnavano il tempo nelle retrovie giocando con palla, guanto e bastone. Ma siamo in Italia, e più due città sono vicine, più brucia la rivalità di campanile. Nettuno ha una delle squadre di baseball più forti d'Europa, e Anzio insegue. Anzio ha il sindaco di sinistra, Nettuno di destra. C'è bisogno di aggiungere altro? Forse aveva ragione il regime fascista, che le fuse in Nettunia.

Un campanile in meno, un sindaco in meno e tanti saluti alle polemiche da bar.

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