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Scandalo brogli senza fine Battaglia di ricorsi nel Pd

Congressi truccati, spuntano altri quattro casi tra seggi fantasma e tessere gonfiate

Scandalo brogli senza fine Battaglia di ricorsi nel Pd

Roma - Tessere fantasma, numeri di iscritti gonfiati, minacce e risse. Ogni giorno spuntano casi nuovi, in una battaglia di ricorsi che sta diventando sanguinosa nel Pd. Ultime dalla guerra civile dei congressi democratici: a Frosinone i tre candidati alla segreteria provinciale Sara Battisti, Alessandro Martini e Mario D'Alessandro si sono sospesi dalla competizione chiedendo l'annullamento del congresso per «gravissime scorrettezze che ne hanno danneggiato e inficiato la validità». Ad Asti ci sarebbero state ben 341 iscrizioni last minute, delle quali più di 220 di albanesi. A Roma la deputata renziana Lorenza Bonaccorsi denuncia che in sette circoli il 100% dei voti sono andati a Lionello Cosentino (area bettiniana), zero agli altri candidati. In provincia di Cosenza i cuperliani (sostenitori di Luigi Guglielmelli) accusano i renziani (sostenitori di Francesco Laratta) di aver gonfiato il tesseramento. Laratta contrattacca presentando un ricorso per la sospensione del congresso in cui si denunciano «irregolarità e prevaricazioni», litigi trasformatisi in «rissa». Bisogna intervenire perché «potrebbero verificarsi situazioni ben più gravi che potrebbero mettere a repentaglio l'incolumità dei presenti». La fase delle votazioni per la nomina dei segretari provinciali sta diventando una lotta fratricida, una macchia per la professata integrità del partito.

Le parole di chi denuncia le irregolarità hanno abbandonato qualsiasi forma di diplomazia. I candidati di Frosinone che si sono autosospesi denunciano per esempio: «Si è voluto deliberatamente e subdolamente dopare la platea congressuale ricorrendo a inqualificabili metodi». Tanto per dirne una, ci sono state «anomalie nella gestione del tesseramento». A Salerno i candidati alla segreteria Sergio Annunziata (renziano) e Vincenzo Pedace (giovani) hanno presentato un esposto ciascuno per presunti brogli al congresso comunale di Gioi Cilento. Per i due il congresso sarebbe stato taroccato e i voti effettuati in una sorta di seggio fantasma. I renziani non ci stanno a passare per truffatori: «I risultati di alcuni circoli, che eufemisticamente vengono chiamati congressi fanno male al Pd e a Roma - denuncia Lorenza Bonaccorsi, coordinatrice della mozione Renzi a Roma - Infatti nei congressi di Osteria Nuova, Metalmeccanici, IPZS, Regione Lazio, Roma Tpl, Ifo, Policlinico il risultato finale dei voti è al 100% per Cosentino e 0 agli altri tre candidati».

I casi di presunti brogli ormai non sono più tenuti sotto silenzio: bisogna «fare «barriera», attivarsi per immediate «verifiche» e fissare «paletti rigidi» per quanto riguarda eventuali fenomeni di «irregolarità sul boom di iscrizioni e tesseramenti del Pd», ha ammonito il candidato alla segreteria nazionale Gianni Cuperlo. Il deputato Walter Verini chiede ai candidati: «Difendete l'onore e l'etica del partito, dei suoi veri iscritti e militanti, dei suoi elettori». Nella lettera alla commissione per il Congresso i toni di Cuperlo sono in realtà ben più preoccupati: «Ogni degenerazione della vita democratica interna al partito va fermata - ha scritto l'antagonista di Matteo Renzi - Nessun opportunismo può essere tollerato».
La commissione per il Congresso sta lavorando ai casi più gravi e ha inviato dei controllori nelle città dove sarebbero avvenute le irregolarità. Le segnalazioni stanno arrivando ormai da tutte le regioni d'Italia, in una escalation che non ha precedenti nel partito. Martedì la commissione si riunirà formalmente, al termine dei congressi locali. I casi in esame «si contano sulle dita di due mani», ha minimizzato con Repubblica il responsabile organizzazione, Davide Zoggia.

Che però ammette: «Non escludo» che si possa arrivare anche «ad azzerare alcuni congressi».

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