Politica

Adesso si aprono i giochi per la Superprocura

Soluzione interna o una outsider come la Boccassini: guerra di successione al via

Il pm Ilda Boccassini in aula per l'udienza del processo Ruby
Il pm Ilda Boccassini in aula per l'udienza del processo Ruby

Roma - E ora la domanda è: chi sarà il nuovo superprocuratore antimafia? Piero Grasso doveva rimanere fino ad ottobre a via Giulia, ma da mesi lo si descriveva fortemente tentato dalla politica, prima quella regionale in Sicilia poi quella nazionale. Adesso che la sua candidatura nel Pd è certa, scatta la lotta alla successione per il vertice della Direzione nazionale antimafia.
I nomi che già circolano con insistenza sono quattro. Il più noto, ma anche quello meno accreditato, è di Roberto Scarpinato. Il procuratore generale di Caltanissetta è già in corsa da mesi per la procura generale di Palermo e la strada per lui sembra spianata perché il suo principale antagonista, Francesco Messineo, ha ritirato il 17 dicembre la candidatura. Il capo della Procura di Palermo è finito, infatti, indagato dalla Procura di Caltanissetta per rivelazione di segreto e rischia il procedimento disciplinare al Csm. Scarpinato, che avrebbe le carte in regola per succedere a Grasso, a questo punto avrebbe difficoltà a revocare la domanda per mettersi in lizza per via Giulia. Probabilmente, il plenum del Csm a fine gennaio lo nominerà a Palermo e, dicono i maligni, anche per escluderlo da una corsa alla Dna molto ambita. In commissione è stato il più votato, con 4 voti del cartello di sinistra «Area» e della corrente Unità per la costituzione.
Qualche chance potrebbe averla anche il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, che a Milano ha condotto diverse importanti inchiesta sulla 'ndrangheta.
Si profila così una scelta «interna» per il nuovo superprocuratore, cioè di magistrati che già hanno fatto carriera nella Dna. Tra le toghe circolano tre nomi. Il primo è quello del procuratore di Salerno Franco Roberti, che è stato a via Giulia per 8 anni ai tempi di Pierluigi Vigna ed è sostenuto dal Movimento per la giustizia e dunque da Area. Napoletano, 65 anni, considerato tra i massimi esperti del clan dei Casalesi, sostituto a Napoli e capo della Direzione distrettuale antimafia partenopea. Ora Roberti, che ha indagato anche su Calciopoli e sugli appalti dell'imprenditore Alfredo Romeo viene dato per favorito.
Gli altri due sono candidati di Magistratura indipendente e hanno lavorato con Grasso. Uno è il procuratore di Bologna Roberto Alfonso, per oltre 15 anni alla Dna, catanese, classe 1950. L'altro è il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo, 64 anni, che nella primavera scorsa era in corsa per la procura di Napoli. Tutti e tre sono «legittimati» alla successione di Grasso, perché hanno già superato i necessari tre anni per gli ultimi incarichi direttivi ricevuti.
A questi si potrebbe aggiungere un candidato dell'unica corrente non rappresentata, quella maggioritaria di Unicost. E potrebbe essere proprio il procuratore di Messina, Guido Lo Forte se, come sembra, uscirà sconfitto dalla competizione con Scarpinato a Palermo.


Il posto di Grasso diventerà vacante solo dopo la delibera del Csm che lo metterà in aspettativa elettorale e probabilmente questo avverrà nel plenum straordinario del 7 gennaio.

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