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"Schedature e manganello facile". La montatura di Lerner offende la polizia

Il giornalista contro Piantedosi, intervenuto sull'identificazione di alcuni cittadini che a Milano commemoravano Navalny. "Italia si sta ungherizzando". Ma le sue critiche offendono indirettamente le forze dell'ordine

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Per Gad Lerner la strumentalizzazione politica d'attualità è sempre a portata di mano. E il commento fazioso è pressoché all'ordine del giorno. Nelle ultime ore, il giornalista è riuscito a montare una polemica persino sull'identificazione da parte della polizia di alcuni cittadini che a Milano onoravano con fiori la memoria di Navalny. Chiamato in causa dalla sinistra in merito all'episodio, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi aveva già stroncato ogni dietrologia. "È capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale", aveva spiegato il capo del Viminale. Ma all'ex conduttore tv non è bastato.

"L'identificazione delle persone é una operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio, il personale mi è stato riferito che non avesse piena consapevolezza", aveva anche spiegato Piantedosi, fugando così le strumentalizzazioni di chi aveva già attribuito una connotazione negativa a quel controllo di polizia. Il caso si sarebbe potuto chiudere così, con quelle spiegazioni pressoché ovvie. Anche perché - come ha evidenziato lo stesso ministro - l'identificazione fa parte delle abituali attività che gli agenti svolgono quotidianamente, soprattutto durante le attività di pattugliamento nei grandi centri urbani.

Eppure Lerner ha voluto trasformare il recente episodio nell'ennesimo campanello d'allarme azionato a sinistra "Il ministro Piantedosi sostiene che identificare i cittadini partecipanti a raduni pubblici non rappresenta una compressione delle libertà personali. Abituatevi. Schedature per chi manifesta. Manganello facile. Così l'Italia si sta ungherizzando", ha scritto così il giornalista sulla piattaforma X, tornando a tratteggiare un racconto d'attualità a tinte fosche. Secondo la visione proposta dell'ex conduttore tv, infatti, il nostro Paese starebbe pericolosamente scivolando verso un progressivo restringimento delle libertà. Impossibile non cogliere un indiretto riferimento anche agli interventi della polizia in alcuni recenti e movimentati sit-in pro Gaza.

Così scrivendo, tuttavia, il giornalista non ha solo criticato il governo (azione legittima, benché non supportata a nostro avviso da solide argomentazioni) ma indirettamente ha anche offeso le forze dell'ordine, che secondo lui avrebbero il "manganello facile" e andrebbero in giro a schedare chi manifesta. Diversamente, le autorità di pubblica sicurezza sono composte da uomini e donne che ogni giorno svolgono il loro lavoro con serietà, non certo con il desiderio di usare la forza senza motivo o con facilità. Altrettanto irriguardoso ci sembra il tentativo di collegare le azioni di polizia a una presunta volontà politica che starebbe "ungherizzando" l'Italia.

Ma queste sono le conseguenze di quando si polemizza sul nulla, per il solo gusto di farlo.

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