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La scorta al mare con Fini: 220mila euro in 5 anni

Dal 2008 nove agenti passano l’estate a Orbetello. La spola da Roma costerebbe meno

La scorta al mare con Fini: 220mila euro in 5 anni

Fini, l’incorreggibile. C’è sempre una casa, qualche stanza, una vacanza che non torna e diventa un boomerang per l’uo­mo che ama seppellire i partiti. Magari non è colpa sua, forse è solo sfortunato, però ogni volta c’è una questione da chiarire e non chiarita. Il suo vizio maggiore è quello di non abbassarsi mai a dare risposte. Prima Montecarlo, ora la costa maremmana.

Che cosa è successo? Che dal presidente della Camera alle camere dei bodyguard del presidente, il passo è piuttosto breve. Meno di dieci chilometri, quelli che separa­no l’hotel Presìdi di Orbetello dalla villa di Ansedonia dove da cinque estati Gianfran­co Fini va in villeggiatura con Elisabetta Tul­liani e le figlie. Una casa, va da sé, presidiata 24 ore al giorno dalla scorta assegnata all’ex presidente di An, anche se lo stakanovista Fi­ni passa più tempo a Roma che sulla costa maremmana, dove soprattutto quest’esta­te si è visto poco allo stabilimento balneare «La Strega»,sulla spiaggia della Feniglia,do­ve iTullianos sono habituée .
La scorta «estiva» ebbe una certa visibilità due estati fa, in pieno affaire Montecarlo,quando i reporter immortalavano un nervo­so Fini entrare e uscire dalla sua villa, impe­netrabile agli sguardi e, appunto, protetta dagli uomini di guardia, spesso impegnati ad allontanare, cortesi ma fermi, curiosi e cronisti. Il dettaglio, all’epoca, non faceva notizia, a differenza della casa nel Principa­to svenduta a una off-shore e occupata dal «cognato». Ora le cose sono un po’ diverse. Il problema, sollevato ieri da Libero , è che le guardie del corpo responsabili della sicurez­za del presidente e della sua magione, nove in tutto, non fanno la spola tra Roma e Anse­donia. Ma alloggiano tutte insieme in un gra­zioso albergo tre stelle nel centro storico di Orbetello, tutti in stanze singole, dall’inizio di luglio alla fine di agosto. E il conto dei due mesi di alloggio in alta stagione presumibil­mente- visto che sono tutti poliziotti in servi­zio - lo paga lo Stato, cioè noi.
Il bello è che, da quanto ha appreso il Gior­nale , la storia non è una novità dell’estate 2012, ma va avanti da cinque anni. Ossia da quando- appunto- Fini ha scelto di abban­donare le coste laziali per villeggiare con la nuova famiglia all’Argentario. E così per ben due mesi l’anno, dall’estate del 2008 a oggi, nove delle 51 stanze del «Presìdi» sono
«sold out»per tutto luglio e agosto,e non c’è crisi o spending review che tengano. Va det­to che il prezzo riservato ai bodyguard è comprensibilmente di favore: 80 euro a te­sta e a pernottamento, rispetto a una tariffa standard,per l’alta stagione,di 120 euro per una camera standard. Ma lo sconto-fedeltà non rende la spesa complessiva meno visto­sa. La squadra dei nove poliziotti parcheg­giati nel piccolo relais costa 720 euro al gior­no, soldi che moltiplicati per i 62 giorni di lu­glio e agosto, e poi ancora per le cinque cal­de estati in cui hanno guardato le spalle al lo­ro protetto Fini ( sempre che il numero degli uomini di scorta sia rimasto lo stesso in que­sto lustro), fanno una somma non trascura­bile, oltre 220mila euro. Per capirci, una ci­fra almeno dieci volte superiore rispetto a quanto sarebbe costato di benzina far viag­giare un’auto avanti e dietro sui 130 chilo­metri di strada tra Roma e Ansedonia ogni giorno nei due mesi estivi dal 2008 a oggi. Co­sì, a meno che l’«hotel bodyguard» non sia un costoso lusso che Fini si concede a sue spese, è lecito domandarsi se uno sperpero del genere sia davvero necessario, mentre gli italiani vengono invitati - e costretti - a stringere la cinghia e a tirare avanti tra i sacri­fici.

Insomma, c’è chi rinuncia alla vacanza e chi, da cinque anni, tiene due mesi la sua scorta in ferie forzate.

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