Cronache

Scuola, la rivincita delle gite Meno burle e più istruzione

C'è la crisi ma a sorpresa è boom di prenotazioni. I tagli spingono a cambiare: si spende meglio e parte solo chi vuole davvero imparare

Scuola, la rivincita delle gite Meno burle e più istruzione

Cento anni. E un grande avvenire dietro le spalle. Le gite scolastiche del prossimo anno saranno quelle del primo secolo di vita. Con meno soldi a disposizione degli istituti, ma - proprio per questo - con un'idea di viaggio il più possibile di istruzione. E i numeri danno ragione al nuovo trend virtuoso: nell'ultimo anno, secondo i dati del Touring Club Italiano, le gite scolastiche sono infatti aumentate del 24% (pari a 930mila studenti delle scuole superiori).

Traguardo storico da festeggiare con un sonoro colpo di clacson. Che non è più quello romanticamente trombeggiante della vecchio corriera del film Una gita scolastica che portava in viaggio-premio la terza liceo del professor Balla (Carlo Delle Piane), segretamente innamorato di una sua giovane collega. No, oggi si viaggia in pullman 5 stelle con air conditioned, tv al plasma e iPad integrato nello schienale della poltroncina. Per non parlare delle scuole (poche, per la verità) che possono permettersi di prenotare aerei, treni e navi. Quella targate 2013 saranno gite scolastiche all'insegna di una ritrovata austerity, inevitabile effetto dei tagli prodotti dalla riforma Gelmini.
Un sacrificio destinato però a sortire due effetti positivi: la ponderata scelta delle destinazioni da parte degli insegnanti accompagnatori e, da parte degli studenti, la voglia di «cazzeggiare» meno e imparare di più. Insomma un colpo di spugna rispetto alle gite-pazze che hanno quasi sempre caratterizzato questo rito di passaggio comune a gran parte degli studenti medi e superiori.

Dal '68 in poi la gita scolastica è stata una specie di prosecuzione turistica dell'allegra «caciara» tipica di un altro momento-clou di ogni curriculum accademico-adolescenziale che si rispetti: la famigerata occupazione, anzi «okkupazione» (con le due «k», garanzia di giovanilistico impegno politico...). Fino all'avvento di Internet delle «follie» commesse dagli studenti durante le trasferte di «studio» (?) c'era solo la documentazione delle note disciplinari firmate dagli insegnanti una volta tornati a casa; oggi, nell'era del web, basta cliccare le parole «follia» e «gita scolastica» ed ecco apparire centinaia di video che riprendono le «imprese» dell'esercito dei bulletti in libera uscita. Altro che «visite didattiche». In una chat riservata ai «professori inkazzatti» (la «k», evidentemente, piace anche ai docenti...) ci sono le testimonianze di insegnanti denunciati per le «marachelle» commesse dai propri studenti durante le gite scolastiche: «materassi bruciati», «danneggiamento della piastrellatura della piscina», «rissa con giovani del posto», «furto di lenzuola e asciugamani nell'albergo scelto per il pernottamento», «taccheggio di prodotti alimentari nel supermarket», «multa per imbrattamento di un muro» e via vandalizzando. Figuracce che spesso i nostri baby ambasciatori fanno all'estero, considerato che mediamente un viaggio su due avviene al di là dei confini nazionali. «I dati del nostro Osservatorio - spiega il presidente del Tci, Franco Iseppi - confermano una tendenza all'internazionalizzazione dei viaggi già in atto da diversi anni. Resta quasi invariato invece il costo medio del pacchetto di viaggio che si attesta attorno ai 288 euro con soggiorni medi che vanno dai 4 giorni per le visite all'estero ai 3 giorni per quelli in Italia».

Una sostanziale ripresa rispetto agli anni scorsi quando si è giunti a registrare un drastico calo, con appena il 38% delle classi italiane ad aver preso parte ad un viaggio scolastico. Quest'anno, al contrario, almeno una classe su due è partita per una meta di istruzione al di fuori della propria città: una domanda potenziale del 2,7 milioni di studenti, con un incremento del fatturato del settore di 270 milioni di euro. Ma le buone notizie non vengono solo dai numeri. Incoraggiante è soprattutto il ritrovato trend di istruzione. L'approfondimento di arte e storia (82,7%) e la conoscenza delle culture straniere (28,4%) connotano infatti la maggior parte dei viaggi scolastici, con una tendenza a sfruttare la gita come momento di «apprendimento attivo». Certo, in gita si continuerà (che noia se non fosse così...) a fare scherzi e a divertirsi, ma sono gli stessi ragazzi ad aver capito che il viaggio può - e deve - essere anche un'occasione per conoscere ed imparare. Soprattutto nel contesto di una crisi finanziaria che, purtroppo, riserva alle scuole sempre meno soldi. Un'occasione in più per spenderli al meglio.

E fare tesoro delle bellezze che ha la fortuna di visitare.

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