Economia

Se il Corriere usa De Benedetti contro Renzi

La mossa di via Solferino che mette il salvataggio di Sorgenia in prima pagina: lancia un avvertimento al premier poco gradito e accontenta gli azionisti Rcs

Se il Corriere usa De Benedetti contro Renzi

Anche il Corriere della Sera scopre il crac di Sorgenia, e lo «sbatte» in prima pagina. Il quotidiano di via Solferino ha ieri deciso di dare massima evidenza ai problemi della società produttrice di energia elettrica controllata dal gruppo Cir-De Benedetti, assediata da 2 miliardi di debiti con le banche e vicina a presentare un bilancio 2013 in rosso intorno al mezzo miliardo (434 milioni le perdite nel terzo trimestre 2013). Una situazione prefallimentare che ha costretto il gruppo a chiedere agli istituti di credito (Monte dei Paschi di Siena in testa, insieme con Intesa, Unicredit, Mediobanca e altre grandi e piccole) una moratoria e una ristrutturazione. Del caso hanno parlato con grande evidenza, già da novembre, il Giornale tra i primi, tutti i principali quotidiani. Ma il direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, non l'aveva mai messo in «prima», come si dice in gergo. Il che, quando accade, assegna al tema anche un certo peso politico ed editoriale. Specie se si parla di un gruppo controllato dall'editore del primo quotidiano concorrente di Rcs, la Repubblica di De Benedetti per l'appunto; e se tra le banche impegnate nel salvataggio ci sono grandi azionisti dello stesso Corriere: Mediobanca (con Unicredit) e Intesa. Perché, dunque, questo cambio di passo, balzato all'occhio soprattutto per l'assenza di notizie nuove sul caso?

La tesi dell'articolo - non affidato agli esperti di energia del quotidiano milanese, ma al paladino del partito anti-casta Sergio Rizzo - è che il caso Sorgenia rischia di finire in un complesso calderone di ricatti incrociati e «voti di scambio», governato abilmente da Matteo Renzi sull'asse Berlusconi-De Benedetti e con la benedizione delle banche: da un lato la società può essere salvata grazie alle sovvenzioni di Stato per l'energia termoelettrica, il cosiddetto capacity payment; dall'altro attraverso l'ingresso in campo di un colosso come l'Eni. Nel primo caso il capacity payment dovrebbe essere concesso dal governo Renzi con la collaborazione del dicastero delle politiche energetiche: lo Sviluppo Economico, proprio quello dove si è insediata Federica Guidi, la più berlusconiana (e per questo presa di mira da Repubblica) tra i ministri del neo premier. Che non a caso, oltre all'energia, ha a che fare con i business del Cavaliere, emittenza tivù e tlc. Nel secondo Renzi potrebbe accontentare Sorgenia senza dispiacere a Berlusconi, confermando nell'imminente rinnovo dei manager pubblici l'amico del Cavaliere Paolo Scaroni alla guida dell'Eni, in cambio di questo piccolo favore del salvataggio della società del gruppo De Benedetti. Tutto chiaro?
Mica tanto. Salvo che il Corriere e il suo direttore, affaccendati soprattutto sul fronte delle baruffe tra grandi azionisti per la ristrutturazione del gruppo Rcs, non potevano dimenticarsi di Sorgenia, caso finanziario dell'anno, finora trattato un po' di conserva. Urgeva un riposizionamento. Ma per non infastidire più di tanto quelli che i debiti li hanno contratti - la società fondata dall'Ingegnere - e nemmeno le banche che allegramente hanno concesso tale credito - con una leva finanziaria che i nostri imprenditori «normali» nemmeno si sognano -, il Corriere ha deciso di andare sulle manovre di Renzi. Il quale, almeno a livello di intenzioni, sembrerebbe pronto a sfruttare la vicenda pro domo sua. D'altra parte è lui il personaggio del momento.

Ancorché poco amato dall'attuale direzione di via Solferino.

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