Politica

Se minacci ti ascoltano

Allentare la morsa tenuta stretta negli ultimi anni dalla Merkel si può

Se minacci ti ascoltano

Dall'Europa arriva un segnale. Allentare la morsa tenuta stretta negli ultimi anni dalla Merkel si può. È di ieri infatti la notizia che da qui ai prossimi anni all'Italia sarà permessa una flessibilità nei conti di circa quaranta miliardi. Si tratta di ossigeno vitale, anche se probabilmente dovrà essere erogato a gocce e a condizioni. Lascio ai tecnici il compito di valutare come ciò avrà ricadute sostanziali sulla nostra economia. Quello che mi sembra però importante è il fatto politico, una breccia nella sciagurata linea del rigore assoluto che ha depresso prima la Grecia, poi Spagna, Portogallo e infine noi. In più d'uno cercheranno di mettersi al petto la medaglia di questo successo. Ovviamente Letta e il governo in carica, Monti per il lavoro (sporco) fatto in passato. Ma io aggiungo che ha titolo soprattutto chi ha alzato i toni uscendo dal coro suicida del politicamente corretto. Il primo, ricordate, fu Silvio Berlusconi: non si può morire di euro, siamo pronti a fare saltare il patto capestro dell'euro, tuonò all'inizio dell'ultima campagna elettorale suscitando la reazione sdegnata dell'allora premier Monti e di una sinistra supina e tassatrice. La linea dura uscì, come noto, ampiamente premiata dalle urne. Addirittura si scoprì maggioranza nel Paese, sommando ai voti del Pdl quelli delle altre forze contrarie all'egemonia monetaria tedesca (Lega, Grillo e Fratelli d'Italia). E ancora nei giorni scorsi Berlusconi, casomai il segnale non fosse arrivato chiaro a Bruxelles, rincarò la dose: sforiamo i vincoli, tanto non possono cacciarci dall'Europa.
L'annuncio di ieri è la prova che alzare la voce serve, perché la politica è sì capacità di mediazione e senso di responsabilità, ma anche prova di forza. E l'Italia non è il peso morto dell'Europa che la stampa tedesca, e ahimè buona parte di quella nostrana, hanno raccontato in questi anni. Anche se i nostri politici fanno di tutto per agevolare l'operazione, come dimostra la sentenza di ieri della Corte costituzionale. La legge sull'abolizione delle province varata dal governo Monti è carta straccia. Non si può cancellare per legge ordinaria - hanno ovviamente deciso i giudici - ciò che è scritto in Costituzione (le Province, appunto). Banale no? Saranno anche stati professoroni della Bocconi ma si sono rivelati dilettanti allo sbaraglio.

Come vedete, la sobrietà non garantisce più efficienza dell'alzare la voce.

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