Cronache

Se nei pub inglesi si beve birra italiana

Non solo: se si confrontano le importazioni con le esportazioni, vendiamo più vino ai francesi di quanto ne compriamo, più tabacco ai turchi e più patate ai tedeschi

Se nei pub inglesi si beve birra italiana

È un po' come il vecchio "vendere ghiaccioli agli eschimesi". L'Italia esporta birra nel Regno Unito più di quanta ne importi e nella bilancia commerciale le esportazioni superano le importazioni per molti altri prodotti e Paesi cui sono associati dall'immaginario collettivo. Vale per il nostro vino che piace ai francesi, il tabacco fumato persino dai turchi e le patate mangiate dai tedeschi. Non solo: vendiamo coltellini agli svizzeri più di quanto loro non facciano con noi, ruote e sellini per biciclette agli olandesi, mobili alla Svezia.

In un pub di Londra quindi è molto probabile bere una birra importata dall'Italia. Una ricerca dell'Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza infatti ha preso in considerazione l'interscambio commerciale tra Paesi e ha stabilito che spesso le esportazioni del Made in Italy superano il valore delle merci importate. Proprio nel caso di prodotti simbolo come la birra in Inghilterra. L'Italia esporta nel Regno Unito birra per oltre 40 milioni di euro, contro i circa 23 milioni della stessa merce importata. La differenza a favore dell'export in Gran Bretagna vale anche per tè e caffè.

Pure i famosi coltellini svizzeri subiscono la concorrenza nostrana: l'Italia esporta in Svizzera coltelli per quasi 3 milioni di euro, dieci volte in più di quanto importa. Così le esportazioni di mobili italiani superano i prodotti di arredamento importati dalla Svezia (il rapporto è dell'1,82% in più), mentre i tedeschi amano le nostre patate (ne comprano da noi l'1,07% in più di quelle che ci vendono) e il duello tra Francia e Italia in fatto di vini finisce a nostro favore, se si considerano le esportazioni. I francesi non solo comprano le nostre etichette, ma anche le uve: ammonta a 97 milioni di euro il valore delle esportazioni dei nostri vini da tavola oltralpe (si fermano a 31 milioni le importazioni) e a più di 100 milioni l'export dell'uva italiana (contro i 2 milioni importati, il rapporto è del 48,8% in meno).

Chi fuma in Turchia è probabile che lo faccia con tabacco lavorato in Italia: l'export italiano verso la Turchia supera di tre volte il valore delle importazioni. Ad Amsterdam si gira in bici con selle e accessori made in Italy: 22 milioni di euro l'export di accessori per le due ruote verso i Paesi Bassi. Lo stesso per gli alcolici distillati venduti alla Russia (più 12,68% rispetto all'import), le pellicce spedite sempre nell'ex Unione Sovietica (più 111, 37%) e gli ombrelli forniti sempre agli inglesi (più 8,03%). La Camera di commercio di Monza e Brianza assiste le aziende nell'internazionalizzazione. "Rappresentiamo la porta d'ingresso delle imprese verso i mercati internazionali - spiega Carlo Edoardo Valli presidente dell'ente -. Dobbiamo dunque potenziare tutte quelle attività che sono in grado di rafforzare e consolidare i rapporti commerciali delle nostre aziende con l'estero".

Un modo per affrontare la crisi e tornare a crescere.

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