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Senza governo lo spread scende a 287 punti

Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti scende a 287 punti, raggiungendo la soglia obiettivo del premier dimissionario Mario Monti. Il tasso è al 4,31%

Senza governo lo spread scende a 287 punti

L'arma che ha disarcionato il governo Berlusconi è il fantomatico spread. Con il governo dei tecnici il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi ha avuto un'andatura altalenante, attestandosi su valori più bassi. Tutto merito del Professore? Secondo Palazzo Chigi ovviamente sì. Secondo molti altri, invece, il motivo è un altro: la speculazione ha allentato la morsa sull'Italia e lo spread si è (molto) raffreddato. In più ha avuto un ruolo essenziale il "piano anti spread" fortemente voluto da Mario Draghi, che ha imposto alla Bce l'acquisto illimitato di titoli di Stato in caso di bisogno: misura che, in pochissimo tempo, ha prodotto subito gli espetti sperati.

Notizia di oggi: lo spread scende a 287 punti, raggiungendo la "soglia obiettivo" del premier dimissionario Mario Monti. Il tasso è al 4,31%. In calo anche il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli che scivola a 370 punti con un tasso del 5,12%. Il presidente del Consiglio su Twitter manifesta in modo "sobrio" il proprio entusiasmo: "Oggi lo spread tra BTP e Bund tedeschi ha finalmente toccato i 287 punti".

Il paradosso è che questo livello viene raggiunto con un governo che è in carica solo per gli affari correnti, cioè non in grado di prendere decisioni vere e proprie e, quindi, di esercitare in pieno i suoi poteri. I motivi sono molteplici. C'è un'unica certezza: lo spread se ne frega dei governi e delle loro azioni. Agisce, più che altro, mediante meccanismi di pura speculazione.

E' indubbio, tra le altre cose, che si dovesse tenere conto degli indicatori economici del Paese nel loro complesso - e delle misere prospettive di crescita - sarebbe difficile immaginare uno spread così basso rispetto all'inizio del governo tecnico.

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