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Serracchiani taglia i fondi al sociale e ai malati

Accusa Pdl: tolti 140 milioni a sanità e assistenza, foraggiate le associazioni "rosse"

Serracchiani taglia i fondi al sociale e ai malati

Tagli spietati al sociale, sacrifici imposti a famiglie, anziani e disabili, disoccupati dimenticati, stangata su sanità, assistenza e ospedali. Interventi ispirati dal più cinico liberismo di centrodestra? No, è la Finanziaria regionale di una giunta di centrosinistra, quella della renziana Debora Serracchiani. «Una legge Finanziaria che fa i conti con una realtà fatta di risorse scarse, ma che non abbandona nessuno e guarda al futuro», ha annunciato la presidente del Friuli Venezia Giulia. L'opposizione non la pensa così. Prevedibile, si dirà. Non fosse che i numeri alla base delle critiche del Pdl fanno impallidire il caso del finanziamento dato dalla Serracchiani al maneggio che accudisce il suo cavallo.

La governatrice renziana ha tagliato 120 milioni di euro ai danni della sanità regionale e 21 milioni (-7% rispetto al 2013) a spese delle politiche sociali, che oltre ai servizi sociali comprendono le misure a favore di maternità, disabilità, anziani, infanzia. Anche il bonus bebè per le famiglie in difficoltà - che Letta a Roma ha confermato - è stato cancellato. Al contrario, fiumi di soldi per un totale di circa 2 milioni, sono andati a decine di associazioni culturali vicine alla sinistra. «Siamo stupiti da questa forte riduzione dei fondi ai settori sanitario e socio assistenziale, che dovrebbero essere la priorità per una giunta di centrosinistra - sottolinea il consigliere regionale Pdl Luca Ciriani - E la beffa è che la Cgil applaude alle scelte della presidente. Gli investimenti a favore delle attività produttive inoltre sono stati rimandati a primavera. In compenso, e nonostante l'austerity, 14 milioni sono andati al Teatro Verdi di Trieste per azzerarne il debito. Per non parlare dei soldi concessi con grande generosità a festival cinematografici e associazioni culturali legati al centrosinistra, veri serbatoi di consenso». Qualche esempio: 315mila euro alle Giornate del cinema muto, 250mila al Trieste Film Festival, 20mila alla rassegna Un film per la pace, altri 170mila al cinema Cappella Underground di Trieste. «Non c'è bisogno di dire che le associazioni culturali non “di area” hanno ricevuto zero euro - continua Ciriani - Ma la battaglia più importante è quella per il progetto che fornisce cure palliative domiciliari a una sessantina di bambini malati di tumore o di altre patologie gravi. È stato attivato a Pordenone, ma la richiesta di rifinanziamento è stata bocciata in Finanziaria (mentre i fondi provinciali sono arrivati, ndr). Speriamo che la giunta torni sui propri passi».

La crisi si fa sentire anche al Nord-Est, da qualche parte bisogna pur tagliare. «Certo - ammette l'esponente Pdl - ma sarebbe stato meglio mettere subito in sicurezza il socio sanitario e le attività produttive e rinviare a giugno gli altri interventi, come quelli a favore di cinema e cultura, che pure hanno la loro importanza. Invece è stato fatto l'esatto contrario». Non è troppo stupito della scala di priorità della Serracchiani invece Alessandro Ciriani, presidente della Provincia di Pordenone. «È la tipica Finanziaria di sinistra - attacca il giovane amministratore, classe 1970, un po' un Renzi pidiellino -. Quando la sinistra va al potere, dimentica le bandiere della tutela delle fasce deboli e del lavoro sventolate in campagna elettorale. Se questi tagli al sociale li avesse fatti il centrodestra, sindacati e giornali ci avrebbero messo in croce. Invece la Serracchiani è coccolata dai media, anche quelli nazionali. La nostra presidente è una grande bolla mediatica, che salta da un salotto tv all'altro, ma le manca la sostanza del buon amministratore. D'altra parte per Debora Serracchiani la Regione è solo il trampolino di lancio per atterrare a Roma». L'ultimo tasto dolente è quello della disoccupazione. Nel 2008 da queste parti era poco sopra il 2%, oggi è all'8,5. Con colossi come Ideal Standard ed Electrolux che minacciano di chiudere.

«I disoccupati? Se non altro, entreranno gratis al festival del cinema muto», chiude Luca Ciriani.

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