Politica

"Servo", "cornuto", "cretina": 65 anni di insulti a Palazzo

Un libro raccoglie le cadute di stile e le scene peggiori della Repubblica. A destra e a sinistra, passando per la Lega, tutte le volte che il confronto è diventato triviale

"Servo", "cornuto", "cretina": 65 anni di insulti a Palazzo

Epiteti irripetibili, degni di una caserma o di un bar di quart'ordine. La storia della Repubblica è fin troppo ricca di dimostrazioni delle cadute di stile degli «onorevoli» eletti. E non manca l'antologia, raccolta da Sabino Labia. Si chiama Tumulti in aula. Il presidente sospende la seduta (Aliberti editore, 2009). Sottotitolo: «Da De Gasperi a Berlusconi, da Togliatti a Prodi sessant'anni di risse in Parlamento». Sulla copertina subito l'esempio degli insulti rivolti da un senatore a un collega in Aula: «Sei un cesso corroso! Sei una merda! Sei una merda! Sei una merda!». Eccone altri, tratti dal libro.

«Comunisti! Bastardi!»: Alfredo Covelli ai colleghi dell'Assemblea costituente, 3 dicembre 1947. Rispondono dai banchi del Pci: «Fascisti! Tornate nelle fogne!».

«Voi sapete in quale campo manovrare: fra i pregiudicati e le sgualdrine!»: Umberto Tomba ai colleghi della sinistra, 9 giugno 1948 alla Camera.

«Assassini!»: Giorgio Almirante rivolto ai colleghi comunisti, 12 ottobre 1948 alla Camera. I deputati comunisti rispondono: «Cacciatelo! Carogna! Traditore! Servo dei tedeschi!».

«Portatelo via con quattro carabinieri e fatelo uscire dalla porta delle latrine!»: Giancarlo Pajetta rivolto ad Almirante, 12 ottobre 1948 alla Camera.

«Cerruti non cerrutare!»: Albino Donati a Carlo Cerruti, 29 marzo 1953 al Senato. Cerruti risponde: «Non faccia interruzioni così villane».

«Venduto! Mascalzone! Vattene! Vattene! Servo dei gesuiti! Porco!»: comunisti e socialisti rivolti a Meuccio Ruini, 29 marzo 1953 al Senato. Ancora dai banchi della sinistra: «Canaglia! Venduto! Sudicione!».

«Dopo il voto avrete un nuovo Piazzale Loreto!»: Velio Spano a Giulio Andreotti, 29 marzo 1953 al Senato.

«Sei un pezzo di merda, checca!»: Vincenzo Zaccheo a Mauro Paissan, 20 ottobre 1994 alla Camera.

«Sporco bastardo, maiale!»: Francesco Marengo a Paissan, 20 ottobre 1994 alla Camera.

«Quella checca di Paissan mi ha graffiato con le sue unghie laccate di rosso, io non l'ho toccato! Vi sfido a trovare le mie impronte digitali sul suo culo!»: Francesco Storace a Paissan, 20 ottobre 1994 alla Camera.

Rincarano Teodoro Buontempo: «Io non gli ho fatto niente, perché non mangio i finocchi!» e Stefano Morselli: «Paissan, fai bene a farti scortare. Porco, pederasta e busone! Guardate, è un pusillanime, gli ho dato del porco e non ha avuto nemmeno il coraggio di reagire!».

«Ma avete visto che la Bindi gridava “A me, a me”, ma nessuno ha avuto il coraggio di saltarle addosso?»: Pietro Di Muccio a Rosy Bindi nella stessa seduta della Camera. Rispondono Sandra Bonsanti: «I topi sono usciti dalle fogne!» e Fabio Mussi: «Già, sono tornati al naturale: cioè fascisti!».

Storace continua con le barzellette: «Lo sapete perché il Ppi rimane piccolo? Perché lo ha in mano Rosy Bindi!». Conclude la giornata Maurizio Gasparri: «Io alla rissa non c'ero, ma posso dichiarare lo stesso che Paissan è una testa di cazzo!».

«Buffone a chi? Ma chi cazzo sei? Sei uno stronzo! Tu sei un buffone! Pezzo di merda! Anche tu sei stato pagato dalla Fiat!»: Domenico Gramazio a Massimo Mauro, 29 aprile 1998 alla Camera.

«Ma stai zitta, cretina»: Ugo Parolo a Chiara Moroni, 24 giugno 2004 alla Camera.

«Sei un pezzo di merda! Fatti i cazzi tuoi, bastardo! Faccia di culo!»: Alessandro Cè a Roberto Giachetti, 24 giugno 2004 alla Camera.

«Puttana, ladri socialisti!»: Cè alla Moroni. E lei: «Aiuto, questo mi ammazza!», 24 giugno 2004 alla Camera. Il povero Renzo Lusetti ha paura e urla: «Chiamate la polizia!», poi si prende un pugno e aggiunge: «Questi sono matti! Proprio a me che non ho mai fatto a botte, neppure da ragazzo!».

«Sei un cesso corroso e frocio! Sei una merda! Sei una merda! Sei una merda!»: Nino Strano a Nuccio Cusumano, 24 gennaio 2008 al Senato. E ancora: «Sei un frocio mafioso! Sei una checca! Sei una checca! Sei una checca squallida! Venduto!».

«Cornuto! Sei un cornuto e venduto! Pezzo di merda!»: Tommaso Barbato sempre a Cusumano, 24 gennaio 2008 al Senato. È il giorno del prosecco e delle fette di mortadella.

Il presidente Franco Marini sbotta: «Togliete via quella bottiglia, non siamo mica all'osteria!».

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