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Spunta un mortaio di pesto nel Tamigi, Toti stronca le critiche: "Si affidano a Toscani..."

Il governatore della Liguria ha stigmatizzato senza mezzi termini l'attacco del Secolo XIX: "Credo siano di più i liguri che digeriscono il pesto, anche con tanto aglio, rispetto a qualche giornale locale"

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Un mortaio di pesto installato su una chiatta galleggiante sul Tamigi, a Londra: questa l’immagine scelta per il lancio della campagna promozionale, organizzata dalla regione Liguria, che mira a promuovere le eccellenze liguri, enogastronomiche e non solo. La campagna “#pesto, Masterpiece of Liguria” ha l’obiettivo di aprire la regione verso il turismo internazionale, ma non sono mancate le polemiche. Come da tradizione, la sinistra ha colto l’occasione per provare a denigrare l’amministrazione di centrodestra. Ma non solo. In campo è sceso anche Il Secolo XIX, che oggi ha titolato così: “Quel pesto che non va giù”. All’interno, inoltre, una serie di stroncature, a partire da quella di Oliviero Toscani. Un attacco che non è passato inosservato al governatore Giovanni Toti.

Tra gli esperti contattati dal quotidiano locale, il già citato Oliviero Toscani ha definito il mortaio gigante “una schifezza, rimarcando che la Liguria non è un brand: “Nessuno sa cosa sia”. Insomma, sulla stessa lunghezza d’onda del Partito democratico, che con il capogruppo in consiglio regionale Luca Garibaldi ha tuonato:“Un altro mezzo milione buttato per ‘comunicazione’ invece di governare il territorio”. Critiche strumentali, nulla di nuovo. Come anticipato, Toti non lasciato correre: “Tra mille titoli che il Secolo XIX poteva scegliere per la sua prima pagina, ha optato per il più negativo: 'Il pesto che non va giù'. Ma come? Proprio il giornale che dovrebbe rappresentare la Liguria, tifare per la Liguria, credere nei prodotti e nei produttori della Liguria, con un mal riuscito calembour dichiara che il pesto gli resta 'indigesto'. La salsa più conosciuta al mondo, il simbolo della dieta mediterranea, dell’equilibrio alimentare, dei prodotti più genuini della nostra terra, al titolista e al direttore del Secolo evidentemente proprio non va giù!”.

Toti si è poi soffermato su Toscani, ricordando come il fotografo di sinistra aveva già espresso tutto il suo “amore” per la Liguria quando sulla tragedia del Morandi aveva detto:“A chi interessa che caschi un ponte”. Nonostante ciò, Il Secolo XIX ha voluto offrirgli un posto da editorialista: questione di meriti. Ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare, che una iniziativa di marketing faccia discutere già di per sé rappresenta una vittoria. "Meno piacere fa leggere che proprio il quotidiano della Liguria parteggi smaccatamente, con la sua prima pagina, per coloro a cui il pesto risulta indigesto. Pazienza, noi continueremo a digerire anche quei titoli che non ci 'vanno giù', convinti, come siamo, di lavorare per la crescita della nostra terra. E forti dei numeri che ci sostengono. Forse non tutti possono vantare esattamente gli stessi numeri", ha aggiunto il governatore.

Poi la stoccata finale: "In effetti, credo siano di più i liguri che digeriscono il pesto, anche con tanto aglio, rispetto a qualche giornale locale".

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