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Si riapre la battaglia sugli stupefacenti: «Leggeri? Non esistono»

RomaForza Italia sfida il Nuovo Centrodestra sulla lotta alla droga. Chiede con forza il reinserimento della cannabis tra le droghe pesanti, insieme a cocaina, eroina e anfetamine. E annuncia che farà di tutto per strappare norme che permettano l'arresto degli «spacciatori che si appostano davanti alle scuole».
«I tempi per modificare il decreto ci sono, mi aspetto soprattutto dai colleghi del Ncd un atto di coerenza. Chi si dice di centrodestra deve avere a cuore la lotta alle droghe» attacca Maurizio Gasparri. «Sottovalutare la cannabis è un grave errore, la cannabis dà dipendenza, tanto più che da tempo viene proposta con contenuti di principio attivo più elevati rispetto agli anni passati. È pericoloso distinguere tra droghe pesanti e leggere», continua il senatore azzurro, illustrando in conferenza stampa gli emendamenti depositati al Dl tossicodipendenza che arriverà in aula al Senato la prossima settimana, dopo essere stato approvato a fine aprile a Montecitorio. Con lui diversi senatori azzurri tra cui Francesco Nitto Palma, Emilio Floris, Giacomo Caliendo, Luigi D'Ambrosio Lettieri.
«Ncd, quando il provvedimento ha ricevuto l'ok della Camera, ha dato appuntamento al Senato per modificarlo. Adesso mantengano la parola data. I tempi tecnici per una terza lettura a Montecitorio ci sono», ribadisce Gasparri. Il decreto vuole armonizzare la disciplina delle sostanze stupefacenti e psicotrope, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che cancellando la Fini-Giovanardi ha ripristinato per il reato di traffico illecito la distinzione prevista dalla Iervolino-Vassalli tra «droghe leggere» e «droghe pesanti». Oltre a rimodellare le tabelle, il decreto reintroduce istituti e norme (come i lavori di pubblica utilità o l'uso personale) travolti dalla incostituzionalità della Fini-Giovanardi.
La cessione illecita di piccole dosi di stupefacenti viene punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa da mille a 15mila euro. In sostanza la custodia cautelare in carcere viene cancellata e l'arresto facoltativo sarà possibile solo in caso di flagranza. Il reato non distingue tra droghe leggere e pesanti, spetterà al giudice graduare l'entità della pena in base alla qualità e quantità della sostanza spacciata. Inoltre il piccolo spacciatore potrà usufruire del nuovo istituto della messa alla prova.
«La Consulta ha mutilato la Fini-Giovanardi non nel merito, ma per una procedura non ritenuta corretta», ricorda Gasparri. Un secondo emendamento, presentato da Caliendo, capogruppo FI in commissione Giustizia, punta invece ad aumentare le pene per chi spaccia droghe pesanti. «Con le nuove norme anche chi spaccia eroina e cocaina non sarà arrestato perché viene punito con soli 4 anni - spiega -. Noi chiediamo che si passi dai 4 ai 5 anni. Il piccolo spaccio è diventato una cosa seria, l'alleggerimento della sanzioni è pericolosissimo e soprattutto è folle che non sia accompagnato da una sanzione penale». Nella stessa giornata in cui sale lo scontro sulla nuova normativa sulla droga - su cui pare che il governo sia intenzionato a porre la fiducia - le associazioni di San Patrignano scendono in piazza e chiedono di dire «no a ogni tipo di droga». Madri, padri, sorelle e fratelli di ragazzi che hanno affrontato o che stanno ancora portando avanti il loro percorso in comunità, provenienti da tutta Italia, si ritrovano a Piazza San Pietro (la delegazione porta in dono a Papa Francesco una splendida coperta in cashmere bianco con una croce ricamata realizzata dalle ragazze della tessitura di San Patrignano). E qui ripete la propria richiesta. Una richiesta a cui si unisce anche Papa Francesco che a conclusione dell'udienza generale si rivolge a loro. «Mi unisco nel dire no a ogni tipo di droga. E questo forse farà bene dirlo a tutti. Semplicemente: no a ogni tipo di droga.

Forza!».

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