Cronache

Si sente sola e vecchia. Scompare da casa per fare l'eutanasia

I parenti la cercavano da giorni, poi a casa è arrivata l'urna con le ceneri

Si sente sola e vecchia. Scompare da casa per fare l'eutanasia

Vicenza - In Svizzera hanno difficoltà ad accettare gli stranieri ma se vuoi farla finita non fanno troppe domande. Basta pagare. Diecimila euro e fanno tutto loro. Compresa la spedizione dei resti, con tanto di certificazione della clinica, all'indirizzo indicato dall'ordinante. Così ha fatto Oriella Cazzanello, 85 anni, di Arzignano, Vicenza. Una signora benestante, amante dei viaggi, del cinema, il ritratto della salute, racconta l'ultimo medico che l'ha visitata. Dopo aver staccato l'assegno e spiegato che l'urna con le ceneri doveva essere spedita al notaio Vito Guglielmi, sempre di Arzignano, il 30 gennaio a Basilea si è sottoposta volontariamente all'iniezione fatale. La chiamano eutanasia ma il fratello e i nipoti che hanno appreso la notizia a cose fatte, senza il minimo preavviso o presentimento, fanno fatica a capire la differenza con quella che a loro sembra un'esecuzione. L'ultima volta che i parenti l'hanno vista è stata domenica 26 gennaio. Nei giorni successivi non erano riusciti a mettersi in contatto con lei ma non si erano allarmati più di tanto. Non aveva problemi economici e, ogni tanto, si allontanava per qualche giorno per viaggi di piacere. Mano a mano che i giorni passavano, però, il silenzio di Oriella è diventato assordante. E sospetto. E preoccupante. Per questo sono andati dai carabinieri della stazione di Arzignano per denunciare la scomparsa della donna. Le prime indagini non hanno portato a nulla. A quel punto i carabinieri hanno chiesto se la signora frequentasse qualcuno ed è saltato fuori un amico di una ventina d'anni più giovane con cui spendeva un po' del tempo libero. È bastato contattarlo per scoprire la tragica, e per loro assurda, verità: «È andata in Svizzera per farsi uccidere legalmente».Increduli, i congiunti hanno cominciato a fare delle ricerche più approfondite, coadiuvati dall'avvocato Claudia Longhi. Sono bastate poche indagini per scoprire che a Oriella era stata praticata un'iniezione letale il 30 gennaio in una clinica specializzata di Basilea. La scatola di plastica contenente le ceneri della donna, indirizzate allo studio del notaio Guglielmi, sono state sdoganate alla Malpensa dai parenti. Che ora vogliono capire se, quando e perché la donna abbia davvero preso quella decisione definitiva.Ricostruendo gli ultimi movimenti di Oriella Cazzanello, sarebbero alcuni contatti con una particolare società di Torino, una sorta di trait d'union tra le cliniche svizzere dove l'eutanasia è legale e i potenziali clienti dall'Italia. Un amico avrebbe preso dei contatti a suo nome e avviato la procedura portata a termine il 30 gennaio. Il certificato della clinica che accompagna l'urna cineraria dovrebbe essere la conferma della morte ma in Italia non ha valore di certificato di morte. Chissà se erano davvero queste le volontà della signora che nel centro di Arzignano conoscevano tutti. Abitava nel cuore della città, in un elegante appartamento di via Mazzini. Ha lasciato il frigo pieno, nessuna lettera, nessun segnale che portasse a pensare al peggio. Considerando la legge che vige in Italia, i parenti hanno presentato denuncia contro ignoti. Vogliono vederci chiaro, vogliono capire. Per cominciare, vogliono togliersi il dubbio principale, e cioè se quelle ceneri sono davvero di Oriella. E, nel caso, vogliono che vengano accertate eventuali responsabilità. Non sarà facile.

Né ricostruire con precisione quello che è davvero successo, né eventualmente accettare una decisione che per tutti resta incomprensibile.

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