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"E voi?". Così Renzi smonta il giustizialismo di "Repubblica"

Repubblica continua la campagna anti-Nordio: "Legge salvacorrotti". E l'ex premier si scaglia contro il giustizialismo della stampa di sinistra

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Giustizialisti in rivolta. Giornali, giornalisti, commentatori e politici si dividono sulla riforma targata Carlo Nordio, ministro della Giustizia ed ex magistrato. Da una parte un governo guidato da una bussola garantista e liberale della giustizia. Dall’altra, la sinistra giustizialista: un carro di politici, giornalisti e figure istituzionali amanti dello status quo. Dai titoli manettari di Repubblica ai commenti fuori misura del Fatto Quotidiano. Dal giustizialista per eccellenza Marco Travaglio ai suoi seguaci più attenti. In questo grande caravanserraglio Matteo Renzi, leader di Italia Viva e direttore del Riformista, prova a fissare alcuni paletti. Il suo editoriale è un attacco, molto poco velato, al giustizialismo di una certa stampa: “Cara Repubblica, non siamo garantisti da sempre. E voi?

Renzi smonta Repubblica

La domanda, come spesso accade, è puramente retorica. Nella giornata di ieri, il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, ha già dato prova di non essere guidato da principi garantisti. Il titolo era sprezzante: “La giustizia di Silvio”. Il commento, affidato a Carlo Bonini, ancora peggio: “Una vendetta chiamata riforma”. Ma il leader di Italia Viva va oltre e aggiunge: “A pagina 3 – spiega Renzi – il quotidiano fondato da Scalfari dà atto con Antonio Fraschilla dell’appoggio del Terzo Polo alla riforma. E fin qui tutto corretto”. “Poi – prosegue il neo direttore – arriva l’attacco al Riformista”, ‘ora in mano all’ex premier’, Riformista accusato di fare campagne quotidiane contro la mala giustizia”.

La risposta di Renzi, a fronte dello scivolone di Repubblica, è sferzante: “Era dai tempi della scoperta dell’acqua calda che non si registrava una notizia così strepitosa – scherza l’ex premier – Questo quotidiano è da sempre l’organo ufficiale del garantismo italiano”. Lo stesso non si può dire di Repubblica, un quotidiano che, insieme al Fatto quotidiano, ha usato da sempre tutte le storture del sistema mediatico-giudiziario a proprio favore. Spesso, se non sempre, per attaccare avversari politici dello schieramento opposto.“La malagiustizia e il giustizialismo – fa notare giustamente Renzi – hanno inquinato i pozzi della politica italiana, hanno distrutto la vita di migliaia di persone innocenti e delle loro famiglie, hanno concorso ad azzerare la fiducia nelle istituzioni”.

La campagna anti-Nordio

Tutto questo, evidentemente, non è bastato. Una piccola tranche di una riforma della giustizia più ampia ha fatto andare su tutte le furie i quotidiani giustizialisti. Oggi il titolo di Repubblica è ancora più ideologico: “Legge salvacorrotti”. L’analisi, questa volta a firma di Gianluca Di Feo, si commenta da sola:“Ecco perché non è una riforma”. Superata la prima pagina il tono non cambia.

Chiamato per l’occasione, Piero Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, continua la battaglia contro Nordio:“Non pensavo si potesse arrivare a tanto, addirittura fino a legalizzare l’illegittimità. L’ex procuratore ed ex presidente del Senato, incalzato da Repubblica non ha dubbi: “Viene stravolta la Costituzione”. Si modicano le parole ma il risultato non cambia. Prima il rischio autoritarismo, ora l’attacco alla Costituzione.

Ecco che la domanda di Matteo Renzi sorge spontanea: “La Repubblica da quando inizierà ad essere garantista?”.

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