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Le sigle sindacali malate di "scioperite". Ma solo se al potere c'è il centrodestra

A partire dal 1994 sono sempre andate in piazza. Meno quando governa la sinistra

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La storia delle lotte sindacali è caratterizzata da vari corsi e ricorsi storici e da alcune costanti. Gli scioperi, solitamente, sono indetti di venerdì e sono più frequenti negli anni in cui governa il centrodestra. Era il 14 ottobre 1994 quando, a soli cinque mesi dall'insediamento del primo governo Berlusconi, Cgil, Cisl e Uil decidono di scendere in piazza per protestare contro la manovra. «Una legge finanziaria iniqua e inaffidabile», diranno i segretari dei tre principali sindacati, Sergio Cofferati (Cgil), Sergio D' Antoni (Cisl) e Pietro Larizza (Uil). Nel 2001 il centrodestra torna al governo e l'anno successivo, esattamente il 16 aprile 2002, a quasi un mese dall'omicidio di Marco Biagi da parte delle Br, i sindacati protestano nuovamente in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Capofila delle proteste è sempre la Cgil che il 23 marzo 2002 aveva già riempito il Circo Massimo con 3 milioni di persone (in realtà erano molte di meno, circa 700mila). Nel settembre dello stesso anno Cofferati termina il suo mandato come segretario della Cgil e sembra avere in mano il destino della sinistra. Da «predestinato della sinistra» Cofferati, però, diventa una semplice «risorsa» e viene scarsamente ricompensato per il duro lavoro di oppositore al governo Berlusconi. Nel 2004 Cofferati viene eletto sindaco di Bologna, ma nel 2009 approda a Bruxelles dove rimane per dieci anni.

Ma torniamo ai primi anni 2000, contraddistinti dal quinquennio berlusconiano a Palazzo Chigi. Ebbene, sia nel 2003 sia nel 2004 Cgil, Cisl e Uil indicono uno sciopero generale di 4 ore contro le manovre del secondo governo Berlusconi. Nel 2008, invece, Guglielmo Epifani, pur senza il sostegno di Csil e Uil, proclama lo sciopero generale contro le politiche del governo. Anche Epifani, una volta terminato il suo incarico da segretario della Cgil, intraprende la carriera politica e, per un brevissimo lasso di tempo, dopo le dimissioni di Pier Luigi Bersani, ricopre persino il ruolo di segretario ad interim del Pd. Negli ultimi anni si registrano pochi scioperi generali. Nel 2011 i tre sindacati principali si ritrovano di nuovo insieme in piazza per sole tre ore per protestare contro la legge Fornero, mentre nel 2013 protestano per 4 ore contro le politiche fiscali del governo Letta. Il 12 dicembre 2014 il bersaglio di Cgil e Uil (ma non della Cisl) è il Jobs Act di Matteo Renzi. Alla guida del principale sindacato della sinistra c'è Susanna Camusso, attualmente senatrice del Pd. Il 16 dicembre 2021, invece, va in scena lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del governo Draghi.

A conti fatti, dunque, nel quinquennio 1996-2001 non risultano esserci stati scioperi eclatanti contro i governi di centrosinistra, mentre dal 2011 a oggi sono stati soltanto tre.

Evidentemente la «scioperite» è una malattia che si ripresenta soprattutto sotto i governi di centrodestra.

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