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Berlusconi batte i "nemici": "A casa sano e salvo mi sono divertito"

Poteva essere un sfida all'ultimo sangue, ma a parte lo scontro finale il clima è rimasto tranquillo. Berlusconi sereno già dall'inizio: "Comunque vada per me andrà bene"

Silvio Berlusconi mentre discute con Michele Santoro
Silvio Berlusconi mentre discute con Michele Santoro

«C omunque vada, per me va bene». Finito con le foto di rito nello studio di Servizio pubblico che di lì a qualche minuto ospiterà la sfida con Michele Santoro e Marco Travaglio, il Cavaliere si mostra piuttosto ottimista sulla serata. Non scorrerà sangue, sembra essere la previsione. Riuscirà, insomma, «a tornare a casa», visto che proprio sull'argomento aveva scherzosamente manifestato qualche dubbio con chi lo aveva sentito nel corso di una giornata passata a studiare ogni dettaglio della trasmissione. Previsione azzeccata, alla fine dirà: «Mi sono divertito».
Blindati con lui nello studio di Palazzo Grazioli ci sono Paolo Bonaiuti e Gianni Letta con Renato Brunetta che va e viene. Tutti sono impegnati a prepararsi a quello che davanti ai suoi commensali mercoledì sera Berlusconi aveva definito senza esitazione «una grande trappola». Mancavano ancora 24 ore al faccia a faccia con Santoro ma il Cavaliere, magari per scaramanzia, non nascondeva una certa preoccupazione per quello che lui stesso definiva senza esitazioni «uno scontro all'ultimo sangue». «Cercheranno in tutti modi di farmi fuori», confidava nonostante i tanti contatti diplomatici - telefonici e via e-mail - che hanno preceduto il via libera all'invito di Santoro.
In realtà, come dimostra anche il clima disteso delle photo opportunity con Santoro e pure con il mai amato Travaglio, si parte con il piede giusto. D'altra parte, qualche rassicurazione sulla «soluzione narrativa migliore» e sugli ospiti in studio c'è stata. Come pure un'intesa di massima sul fatto che a Servizio pubblico si eviterà di star lì a sciorinare intercettazioni telefoniche. D'altra parte, come è interesse di Silvio Berlusconi prendersi il prime time di La7 e solo per questo «ammazzare» di fatto la puntata di Porta a porta con in studio il suo avversario Pier Luigi Bersani, pure Santoro non vede l'ora di portare a casa una di quelle puntate che si annuncia da record di ascolti. I due contendenti (a cui va aggiunto anche Travaglio) sanno infatti benissimo che Berlusconi vs Santoro è un po' un grande classico come potrebbe esserlo nel calcio Milan-Barcellona. Una sfida, pronostica un Massimo Boldi che ha deciso di godersi la puntata direttamente in studio, che «farà ra-ta-ta-ta-ta» (con annesso eloquente gesto della mano).
Dai timori iniziali, dunque, grazie anche alla mediazione di Bonaiuti e di altri ambasciatori, la prospettiva cambia e diventa quella di un confronto che si annuncia pacato, a parte una chiusa piuttosto schioppettante. D'altra parte era nei «patti» che il Cavaliere possa concedersi risposte «più lunghe» dei due minuti e possa dire quel che pensa della magistratura. Si parla della crisi, di Mario Monti, dei rapporti tra l'Italia e la Germania e l'Unione europea. Anche delle vicende personali e giudiziarie del Cavaliere, certo, ma senza farle diventare il core business della puntata.
Poteva essere un sfida all'ultimo sangue, ma a parte lo scontro finale il clima è rimasto tranquillo. Con qualche affondo di Santoro, ci mancherebbe, e con alcune inevitabili polemiche. Ma - fino al colpo di scena della «lettera» a Travaglio - niente di clamoroso. D'altra parte - durante una delle pause pubblicitarie - è lo stesso Santoro a invitare caldamente i quattrocento del pubblico ad evitare qualunque claque. E la notizia è che di fatto tutti si allineano, perché è proprio l'aria che si respira in studio che non alimenta lo scontro. Merito anche del Cavaliere che alle domande di Santoro riesce sempre a rispondere con una risata.
Fino a sfociare in una serie di siparietti, perfino con il pubblico in studio. Sui tempi di approvazione dei decreti legge, sugli alimenti che paga alla ex moglie e sullo stipendio di Santoro e pure sui magistrati comunisti. «L'ha detto lei», ribatte ridendo Berlusconi. Che poi l'ha butta lì. «Ma mica siamo a Zelig?». Chiusa finale con il Cavaliere che legge una «lettera» a Travaglio su tutti i suoi guai giudiziari dovuti a querele per diffamazione.

E alla fine con l'ex premier che gongola, incredibilmente è Santoro a perdere la testa: «Se vuole andare via si accomodi pure» la butta lì Berlusconi.

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