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"La sinistra sta giocando sulla pelle dell'Abruzzo"

Il governatore candidato: "Pensano soltanto alle alleanze, hanno creato un campo abnorme"

"La sinistra sta giocando sulla pelle dell'Abruzzo"

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Oggi gran finale a L’Aquila della campagna elettorale di Marco Marsilio. Sul palco con lui tre colleghi. I presidenti di Marche (Acquaroli), Umbria (Tesei) e Lazio (Rocca).

Presidente Marsilio, in radio ha detto che si taglierà la barba in caso di vittoria.

«Qualche concessione a quelli di Un giorno da pecora dovevo pur farla».

È più appassionata questa sfida o quella di cinque anni fa che la incoronò primo governatore di Fratelli d’Italia?

«Sicuramente è più appassionata questa, dove siamo in due soli candidati. Anche se allora il Movimento Cinquestelle era forte di un grande consenso. Poi però lo abbiamo distanziato di 28 punti (e di 18 quello del Pd). Ora di candidati siamo solo in due».

Il Pd è entusiasta del candidato del centrosinistra Luciano D’Amico.

«Non è certo il nuovo che avanza. Dietro di lui ci sono ancora i vecchi notabili. Quelli disponibili a ogni alleanza pur di governare. Oggi come allora non hanno a cuore la nostra regione. Pensano alle alleanze e non ai programmi. “L’importante è vincere” dicono. Sul da farsi poi si vedrà. Una politica che è contro l’interesse dei cittadini elettori che dovrebbero sapere prima il propossiamo finalmente tornare a fare indebitamento virtuoso, ovvero quello per le opere pubbliche».

I vostri avversari accusano il vostro attivismo sul turismo. E promettono tagli a kermesse come il Giro d’Italia e il festival del fumetto.

«Statistiche e studi hanno sempre descritto l’Abruzzo come una regione al di sotto delle sue possibilità. È tra le ultime regioni come numero di presenze turistiche, soffrendo da sempre della mancanza di un’adeguata promozione. Cosa cui noi stiamo rimediando. D’altronde gli alberghi non possono star aperti soltanto due mesi (scarsi) d’estate. L’anno passato la partenza del Giro ci ha dato una grande mano per far conoscere la Costa dei trabocchi. E il turismo è cresciuto del 9%».

E infine c’è il capitolo «ricostruzione».

«È uno dei nostri maggiori successi. L’ufficio che dipendeva dalla Regione, e che si occupava del sisma del 2016 con epicentro ad Amatrice, arriva a evadere una dozzina di pratiche l’anno. Abbiamo fatto cambiare passo a questo ufficio. E col governo Meloni e la nomina del commissario Guido Castelli c’è stato un ulteriore cambio di passo.

Pure per quello del 2009, abbiamo ottenuto uno dei primi decreti nel quale è stata calata la gran parte delle questioni rimaste aperte».

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