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Le sobrie vacanze di Monti: settimana da 10mila euro

Con stile da Istituto Luce, "Vanity Fair" racconta le ferie di Mario Monti. In Italia per dare un segnale al turismo? Macché: in una villa a due piani a Saint Moritz, in Svizzera

Le sobrie vacanze di Monti: settimana da 10mila euro

La famiglia Monti che passeggia, unita e serena, lungo il corso della ridente cittadina di montagna. I figli che giocano gioiosamente a palla coi nipoti. La coppia presidenziale mano nella mano tra i campi. L'intero parentado riunito in un frugale pic nic. E nel prossimo numero, sono previste le foto della battaglia del grano, il Capo a torso nudo, mentre nuota, e sotto una gigantesca, autarchica M in marmo di Varese.

Mario, Mario, ti sorridono i Monti. E le gazzette ti fanno ciao. In una enfatica gara alla piaggeria che supera la stampa di regime di mussoliniana memoria, tutti i giornali italiani, con timidissime eccezioni, celebrano in ogni modo, ogni giorno, il nuovo premier, fin dalla sua (non) elezione. E ora, con un encomio inversamente proporzionale al calo del consenso, anche i rotocalchi più glamour e frou frou ambiscono a distinguersi per ossequio e adulazione. Riuscendoci benissimo, peraltro. Ultimi sobri scampoli di vacanza per il Caro Leader, nel suo buen retiro in Engadina con tutta la famiglia, e Vanity Fair - il corrispettivo cartaceo del Drive In di berlusconiana memoria - intona nel numero di questa settimana un'ode bucolica al divino Monti. E in un servizio a metà tra il cartone animato e le veline del Minculpop, regala al popolo italiano una inverosimile cartolina della operosa e frugale villeggiatura della esemplare famiglia presidenziale. Al tempo della democrazia vacante, le vacanze del democratico tecnocrate. Il Capo in sobria giacca da montagna in lana cotta, la first lady con sobrio maglioncino, immaginiamo non di cachemire, legato in vita, la figlia e il genero in sobrie letture impegnati, il secondo genito e la nuora con sobrio passeggino da campagna, i nipotini su sobrie biciclettine, immaginiamo di seconda mano.

Con un fiabesco reportage fotografico che tra vent'anni sarà studiato nelle facoltà di Comunicazione come esempio di propaganda giornalistica dell'era Monti, il settimanale più diffuso e popolare del Paese ci dimostra «come si può essere sobri anche nei luoghi più glamour», altro che bandane e barzellette piccanti: «Basta avere uno stile personale autentico». E con senso critico imparziale autentico, Vanity Fair racconta, a uso delle folle, l'immagine «più umana e meno cattedratica» del Professore in vacanza con tutta la famiglia. Dove? Ma in Engadina, la perla della Svizzera. Tanto amata dai filosofi, e dai banchieri.

Per dimostrare un forte attaccamento al Paese e alle sorti dell'economia nazionale, cosa di meglio che affittare una villa di due piani in Svizzera? E per la sobria somma di diecimila euro per pochi giorni? Del resto, si affretta a precisare il vanitoso, ma sobrio, foglio governativo, «da queste parti, dopotutto, un bilocale ne costa trentamila a settimana». Ah, beh... «In fondo, non si tratta di un castello... Nulla di esclusivo o riservato». Un vero affare, insomma, alla portata anche di un operaio dell'Ilva. È vero, Monti è un habitué, e - riferisce il settimanale - il padrone di casa gli ha fatto un bello sconto. Non si dice, però, se la Finanza svizzera, ammesso che esista, abbia effettuato un blitz per verificare l'emissione di regolare fattura.

Dallo scontino allo scontrino. Meglio non chiamare «furbetto» chi evade le tasse. Meglio non chiamare «vacanze» quelle che sono un «meritato riposo». Il Professore non dorme mai. Già stupiti di non apprendere che Monti abbia scelto come luogo di relax l'Hotel de Bilderberg, a Oosterbeek, con commossa partecipazione veniamo a sapere che nei giorni precedenti Ferragosto il premier è stato a Messa, che «ha fatto cose molto semplici: ha passeggiato intorno al lago con le lenti scure appoggiate agli occhiali da studio» (facciamo notare al giornalista che la sua collega che raccontò solo dei calzini azzurri di un giudice è stata sospesa dall'Ordine), che «si è divertito a guardare i nipoti che giocavano a calcio», che la mattina del 15 agosto è rimasto in casa - «A letto a riposare? No, a lavorare» - che «il massimo del colpo di testa è stata una passeggiata con la moglie in Val di Fex. Mano nella mano, come ragazzi». E poi, con i suoi famigliari, scortati da nove agenti su sobrie berline Volkswagen - non a caso la «macchina del popolo» - è stato accolto «a braccia aperte a una festa campestre privata, con tanto di tendone e tavolini da picnic lungo il ruscello». Essendo in Svizzera, ipotizziamo ci fosse anche Heidi con Fiocco di Neve. Polenta, salsiccia («in punta di forchetta») e simpatia. Chez Giuseppe Faina, presidente della Fondazione Milano per la Scala, che annovera tra i sostenitori banche, assicurazioni e grandi industrie «oltre a molti milanesi appassionati di lirica, come Monti e Signora, appunto». Mica come quei cafoni che si interessano solo delle partite del Milan e delle canzoni da crociera.

Si dice che quando Silvio Berlusconi invitò in Sardegna i coniugi Blair, la signora Cherie supplicò il marito di non farsi fotografare accanto all'allora premier italiano con bandana balneare. Probabilmente la Merkel, a parità di ritorno mediatico, pur essendo qui di casa, ha declinato l'invito a farsi vedere con Monti con la camicia a scacchi, zuava e zainetto in spalla. Del resto, come riferisce Velinity Fair, questa settimana per il Professore - l'Insonne della Bocconi - «è solo una pausa, un quarto d'ora accademico». E domani tornerà a tenerci la sua lezione.

Purtroppo.

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