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Sondaggi e deputati morosi, guai per Schlein e Conte

Il Pd non arriva al 20%, gli alleati non si schiodano dal dato delle Politiche. Grane anche coi parlamentari: non pagano

Sondaggi e deputati morosi, guai per Schlein e Conte

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«Oh, ma li hai visti gli ultimi sondaggi?». La domanda passa di bocca in bocca, da una chat all’altra, tra i parlamentari del Pd. Altro che «effetto Schlein». I dem sono un partito asfittico, come certificato dall’ultima Supermedia dei sondaggi, stilata da Agi e You Trend. Tanto che l’immobilismo dei consensi sta diventando un vero e proprio caso al Nazareno. Non se la passano meglio i grillini, che oscillano sempre tra il 15 e il 16%. Dopo più di un anno di legislatura, dunque, l’opposizione solitaria sembra non pagare. E gli elettori non premiano né il M5s né il Partito Democratico.

Tocca partire però da Elly Schlein (nel tondo con Giuseppe Conte) salutata dopo l’ultimo congresso come la grande novità della politica italiana. Eppure le amministrative sono andate male e le rilevazioni a livello nazionale non promettono nulla di buono in vista delle europee del 2024. Il Pd non riesce a raggiungere la soglia psicologica del 20% e i colonnelli cominciano già ad agitarsi. Il sondaggio che ieri fa andare di traverso la colazione a molti esponenti del Nazareno è la Supermedia di tutte le rilevazioni settimanali. Il risultato è un misero 19,3%. Uno 0,1 in meno rispetto al 24 novembre. Ma soprattutto la peggiore performance di Schlein dalla sua vittoria alle primarie. «Con Schlein avremmo dovuto svuotare il M5s, ma alla fine i loro elettori continuano a scegliere l’originale», sentenzia parlando con Il Giornale un dirigente Pd di lungo corso. A sentire gli umori all’interno dei dem, anche tra chi ha sostenuto la segretaria, il lungo addio di Schlein è già cominciato.

La resa dei conti, però, è prevista dopo le europee. Come dicevamo, non se la passa meglio Giuseppe Conte. Il dato del M5s, negli ultimi mesi, è sempre più o meno in linea con il risultato delle elezioni politiche dell’anno scorso. Come con il Pd, l’opposizione non ha ridato dinamismo al partito di Conte. Anzi, stando alla Supermedia, il Movimento cala di ben mezzo punto rispetto alla settimana precedente, attestandosi sul 15,7%.

La distanza tra le due maggiori forze politiche che si oppongono al governo e Fratelli d’Italia è siderale. Il Pd è a dieci punti di differenza. I Cinque Stelle addirittura a quattordici. Mentre crescono Lega e Forza Italia. Schlein e Conte, poi, sono alle prese anche con i problemi economici di Pd e M5s. Difficoltà causate, in entrambi i casi, dai tanti parlamentari che non versano il contributo al partito, previsto dagli accordi con gli eletti di Camera e Senato: 2mila euro mensili per i grillini, 1500 al mese per idem.

Tra i grillini pesano i soliti malumori per la regola dei due mandati. Nel Pd la situazione è a macchia di leopardo, con una compatta minoranza di senatori e deputati debitori.

«Il problema è che noi dobbiamo versare anche al regionale e al provinciale, sono tanti soldi», si lamenta con Il Giornale un parlamentare dem.

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