Economia

La spending di Cottarelli è pura ideologia

I tagli seguono una ideologia populista redistributiva, anche un po' truffaldina

La spending di Cottarelli è pura ideologia

La spending review del commissario Cottarelli, incaricato da Renzi di trovare 7 miliardi di tagli di spese non è operazione tecnica, ma ideologica, di ideologia populista redistributiva, anche un po' truffaldina. Non può definirsi «tecnica» la scelta di risparmiare nella spesa per l'acquisto di aerei F35, che costa 12 miliardi in sei anni. Lo aveva proposto Pier Luigi Bersani allora capo del Pd all'inizio 2013, quando dichiarò con l'approvazione di Nichi Vendola (Sel) che bisognava ridurre questa commessa per aumentare i salari dei lavoratori a basso reddito. E anche il nuovo ministro della Difesa del governo Renzi, la senatrice Roberta Pinotti, già attivista del Pci, poi Ds e ora Pd, ha detto - prima che Cottarelli presentasse il suo piano - che questa riduzione è opportuna. E date le implicazioni di politica internazionale, non si può ridurre questo acquisto solo per poter erogare 600 milioni per 5 anni, in riduzioni di tasse sui bassi redditi. C'è anche un grosso problema di politica industriale. Infatti questi aerei sono fabbricati in provincia di Novara, da Alenia di Finmeccanica, in collaborazione con la americana Lockheed, con cui Finmeccanica è strettamente collegata per altre produzioni aeronautiche, in competizione con la franco-tedesca Airbus. Comunque, in termini finanziari, questa non è una copertura, ma un imbroglio, perché non si può finanziare uno sgravio tributario permanente con una spesa transitoria che dura cinque anni. C'è nell'agenda Cottarelli un'altra scelta di chiara marca ideologica: la proposta di abolire l'Ice, Istituto per il commercio estero, perché ci sono troppi enti che si occupano del nostro export. Ma che senso ha eliminare l'ente statale e lasciare che ogni regione abbia delegazioni estere, anziché tagliare queste? Nulla si progetta per sfoltire enti ed aziende regionali e comunali inutili e privatizzare quelli utili in perdita. Per il taglio delle pensioni «alte», emerge in pieno l'ideologia populista, consistente nel calpestare contratti che lo Stato ha fatto con i cittadini, per dare soldi a chi ne ha meno. Il fatto che le pensioni alte siano state meritate non viene mai discusso. In ogni caso, nello stato di diritto, pacta sunt servanda, i patti vanno rispettati. Per di più verso soggetti che non si possono difendere con lo sciopero perché sono in pensione. Quale aspettativa può avere un giovane, rispetto a uno Stato che lo tassa coi contributi per la pensione, mentre taglieggia quelle esistenti? E perché il contribuente deve essere fedele se lo stato è infedele? Ieri queste taglie sulle pensioni «alte» si chiamavano «contributi di solidarietà» erano tributi, adesso con Renzi si chiamano «riduzione di spesa», ma sono sempre tributi, nuove tasse. Ora il premier dice che questa proposta di Cottarelli non viene accolta. Ma molte volte Renzi si è contraddetto. In questi giorni, prima ha detto che il vincolo del 3% del rapporto deficit-Pil non è in discussione, che lui vuole solo aumentare il deficit del 2014 dal 2,6 al 2,8. Poi ha dichiarato che, per obbiettivi importanti, si dovrebbe poter superare il tetto del 3%. Per il contributo sulle pensioni potrebbe cambiare idea subito dopo le elezioni europee. Eppure c'è un'area ampia di potenziali risparmi di spese, su cui si può operare. Si tratta di applicare alla spesa sanitaria e ad altre spese (ad esempio raccolta e smistamento rifiuti) il criterio dei costi standard. Si tratta di evitare che gli acquisti della Pubblica amministrazione, cresciuti in misura anomala siano fatti a prezzi diversi, per lo stesso prodotto. Si tratta di chiuder davvero le Province, con il loro personale e i loro uffici in più, di non fare prepensionamenti, per assumere con il posto fisso i precari senza concorso. Si tratta di sfoltire le norme, per ridurre i costi della burocrazia, sopportati dal privato e dal governo, centrale o locale. Renzi vuole i soldi subito. E una politica ragionata di riduzione della spesa, che dia molti miliardi, non si attua in pochi mesi.

Per altro, con il giochetto del dibattito fra politici e tecnici, si perde tempo mentre continua l'andazzo dell'aumento della spesa.

Commenti