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Il governo: tagli per 32 miliardi. Ma sembra il solito déjà vu

Spending review, Saccomanni annuncia risparmi Però le cifre per il 2014 restano un interrogativo

Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni

Roma - La spending review rischia di diventare un deja vu. E sull'Imu il governo si prepara a scontentare Forza Italia. Il taglio alle spese rischia di diventare una riedizione delle due precedenti revisioni della spesa pubblica, rivoluzioni annunciate, finite come conservazione del regime tassa e spendi che da 40 anni affonda il Paese.
I tempi sono stati accelerati - complice la bocciatura di Bruxelles della legge di Stabilità - e ieri il comitato interministeriale per la revisione della spesa si è riunito per sentire il neo commissario Cottarelli, che poi ha descritto la road map. Se possibile, ancora più concertata e mediata di quelle dei precedenti tentativi. Ci saranno gruppi di lavoro divisi «per centro di spesa» quindi ministeri, regioni, provincie, comuni. I gruppi saranno a loro volta suddivisi orizzontalmente per temi. E saranno composti da dirigenti dei vari ministeri, ma anche esterni «accademici». Universitari che lavoreranno gratuitamente, già contattati dallo stesso Carlo Cottarelli. Parteciperanno anche «funzionari pubblici al di fuori di Roma che avevano già lavorato alla revisione della spesa e vogliono continuare quel lavoro», ha detto Cottarelli. Ci sarà un «rapporto stretto con chi se ne è occupato in passato e con la Ragioneria generale dello Stato». La squadra del commissario sarà di 10, 12 persone e «consulteremo frequentemente le parti sociali».
Il piano sottoposto dal commissario prevede corsi di formazione ad hoc per «aumentare la flessibilità gestionale dei dirigenti pubblici» con l'obiettivo di «trasformarli in veri manager della spesa pubblica». Se sarà rivoluzione, insomma, sarà a ritmo lento. E la conferma viene dagli obiettivi quantitativi contenuti nel piano Cottarelli. L'obiettivo è di realizzare risparmi per «due punti percentuali di Pil rispetto al 2013 sull'arco del triennio 2014-2016» pari a 32 miliardi, ha spiegato il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.
Per il prossimo anno non è quantificato il risparmio. Il governo si limita a rinviare a una «decisione politica» circa l'opportunità di individuare risparmi «addizionali» per il 2014, mentre gli obiettivi per gli altri due sono fissati: 3,6 miliardi nel 2015, 8,3 miliardi nel 2016 e 11,3 miliardi a decorrere dal 2017. Le misure, saranno abbozzate alla fine di febbraio.
Il problema è che l'Europa ci chiederà di far calare il deficit già dal 2014 di almeno due punti decimali. Quindi quasi 2,2 miliardi di euro.
Intanto la legge di Stabilità prosegue il suo cammino. La riforma dell'Imu è stata lasciata un po' da parte. La cancellazione della seconda rata dovrebbe vedere la luce presto. Ma sulla riforma si annuncia una soluzione sgradita a Forza Italia. «C'è una nuova maggioranza di fatto, quindi il primo tentativo che va fatto è trovare un accordo» sulle tasse sulla casa «che sia interno a questa nuova maggioranza. Su questo punto sono abbastanza ottimista, ci sono le condizioni» per raggiungere un'intesa in Commissione Bilancio, ha spiegato ieri il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Tradotto, il governo tenterà di accordarsi con il Nuovo centrodestra su una ipotesi che non dovrebbe discostarsi da quelle ipotizzate alla vigilia della scissione. Quindi, ritorno della tassa sulla prima casa ed esclusione dell'80 per cento dei proprietari attraverso un sistema di detrazioni.

Di fatto, un ritorno della proposta del Partito democratico.

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