Politica

Uno spiraglio per Berlusconi: nuovi contatti con il Quirinale

 Cauto ottimismo degli emissari: ci sono aperture. L'ex premier torna a lavorare al discorso da tenere al Senato nel caso non si trovasse una soluzione

Uno spiraglio per Berlusconi: nuovi contatti con il Quirinale

Lui chiuso ad Arcore che cena con la figlia Marina e fa il punto della situazione, le colombe a Roma che sondano il Quirinale. Il giorno dopo aver messo a tacere le polemiche interne al Pdl, Silvio Berlusconi lascia lavorare la pattuglia dei cosiddetti filogovernativi per ragionare su quale possa essere una strada per evitare di far diventare il voto sulla sua decadenza da senatore una sorta di redde rationem. Sono due in particolare i contatti diretti delle colombe del Pdl con Giorgio Napolitano: prima con un ministro e poi con un deputato di lungo corso oggi presidente di commissione a Montecitorio. E con entrambe, questo raccontano i rumors, l'inquilino del Quirinale sarebbe stato piuttosto possibilista, aprendo uno spiraglio per una soluzione non conflittuale della querelle.

Piccoli segnali, certo. Che servono a stemperare il clima e, soprattutto, prendere tempo. Non che il Cavaliere sia particolarmente fiducioso di una soluzione positiva, tanto che ieri si sarebbe rimesso a lavorare sul discorso da tenere in Senato nel caso si arrivasse davvero a votare la sua decadenza nell'aula di Palazzo Madama. Ma l'ex premier vuole evitare di dare un pretesto a chi sostiene che è lui a chiudere la porta ed alzare la tensione. E infatti ieri le colombe non sono volate solo verso il Quirinale ma un po' dappertutto se la linea è sembrata essere molto più morbida rispetto a quella dell'ultima settimana. Sull'Imu, per esempio. Ad essere ottimista sul fatto che un accordo si troverà, infatti, non è solo il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ma pure il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta. Gaetano Quagliariello si concentra invece sulla questione della decadenza del Cavaliere. Il ministro delle Riforme, infatti, ci tiene a dire di voler «prendere quel che di buono c'è nel dibattito» e sottolinea come «anche in posizioni come quella di Epifani non si nega il diritto di Berlusconi a difendersi». Parole, quelle di Quagliariello, che lasciano pensare siano in corso delle ambasciate non solo con il Colle ma anche con il Pd.

Nel giorno delle colombe, però, i falchi del Pdl continuano a non nascondere le loro perplessità. Per esempio, sul fatto che la giunta delle elezioni possa coinvolgere la Corte Costituzionale per verificare l'applicabilità della legge Severino al Cavaliere. «Serve solo a guadagnare qualche mese - fa presente un big di via dell'Umiltà - visto che la Consulta è schierata undici a quattro contro Berlusconi».
Ma pure sull'Imu c'è chi avanza dubbi. Intanto perché Angelino Alfano - questa è l'obiezione - sta gestendo la partita senza aver coinvolto il partito. «Neanche una riunione», si lamenta più d'uno. E poi perché - è la perplessità - la sensazione è che la cancellazione dell'Imu «sarà accompagnata dall'introduzione di altre tasse».

La verità è che chi teorizza la rottura immediata pensa che il tempo sia ormai scaduto. I segnali di apertura del Colle, insomma, avrebbero il solo obiettivo di «temporeggiare» e «far chiudere l'ultimo spiraglio di finestra elettorale», servirebbero a mettere una pietra tombale sulla possibilità di ritorno alle urne prima del 2015.

E a quel punto sì sarebbe più facile aprire una campagna acquisti sul Senato per costruire un'eventuale maggioranza alternativa.

Commenti