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Stop Equitalia

Riformare la riscossione del fisco si può. Alemanno lo ha già fatto garantendo un'attenzione maggiore a famiglie e imprese. Il Cav: "Applicare il modello Roma all'Italia"

Sede di Equitalia
Sede di Equitalia

"Tagliare le unghie al mostro Equitalia". Non è soltanto un modo di dire. L'appello lanciato ieri sera da Silvio Berlusconi al premier Enrico Letta, dopo aver incassato la sospensione dell'Imu sino al 16 settembre, è un invito al buon senso, una riforma concreta per riportare lo Stato dalla parte del cittadino che, strozzato dalla crisi economica, ha dovuto fare i conti con le angherie del fisco.

"Roma è stata la prima città che ha messo mano alla riforma di Equitalia che aveva stravolto il rapporto dei cittadini con lo Stato. Dovremo farlo anche come scelta di governo". Intervenendo alla cena elettorale per Gianni Alemanno al Palazzo dei Congressi dell’Eur, il Cavaliere ha lodato il sindaco di Roma per aver reciso il cordone che teneva legati i cittadini della Capitale alla società di riscossione. Secondo l’ex presidente del Consiglio, infatti, con Equitalia è stato "introdotto nel rapporto con il cittadino un sistema violento che dà l’impressione, al contribuente che entra in contatto con Equitalia, di uno Stato ostile e nemico". Come già con la sospensione dell'imposta sulla prima abitazione, l'intento è quello di andare a ricostruire la fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Fiducia che è stata minata da tredici mesi di tecnici che, per far quadrare i conti e accontentare la cancelliera Angela Merkel, hanno messo le mani in tasca ai contribuenti spremendoli fino all'ultimo euro. I blitz della Finanza da Cortina a Portifino, le multe salatissime agli imprenditori che, strangolati dalla recessione, non riuscivano a saldare i debiti col fisco e i sigilli ai macchinari per quelle imprese che non saldavano i conti: Equitalia si è trasformata, come fa notare il Cavaliere, in un vero e proprio "mostro" pronto ad azzannare.

A Roma Alemanno ha pensato un fisco più attento alle esigenze delle famiglie e delle imprese, un fisco che non si limiti a far i calcoli e a pretendere ma che si impegni a non infierire sulle situazioni difficili, un fisco che arrivi a sospendere la riscossione nei casi più gravi. Questo il "modello Roma" che dal primo luglio soppianterà Equitalia e che Berlusconi vorrebbe applicare a tutto il Paese. "Tutte le famiglie e le imprese che non possono pagare e lo dimostrano al Comitato etico - ha spiegato Alemanno - saranno esonerati dal pagamento che sarà sospeso fino a quando non muteranno le loro condizioni economiche. Questa è una rete protettiva che evita suicidi e la chiusura di imprese". Le novità principali di questo nuovo metodo di riscossione si basano sul rapporto più diretto con i cittadini-contribuenti per esempio con un call center dedicato e un maggior numero di sportelli. Ma soprattutto regole più flessibili e più vicine a chi ha difficoltà. Per prima cosa sarà azzerato l’aggio a carico del contribuente in caso di riscossione coattiva. In secondo luogo, cambia il tetto minimo per l'iscrizione di ipoteca e l'espropriazione immobiliare che passa da 20mila a 30mila euro, per arrivare a 50mila euro se si tratta di prima casa. Infine, è prevista una rateizzazione fino a cento rate.

La sospensione dell'Imu fa tirare il sospiro di sollievo a molti italiani. Ma Berlusconi non vuole certo fermarsi al primo punto del programma economico steso dal Pdl in campagna elettorale. "Dopo la nostra vigorosa rimonta alle elezioni politiche di febbraio, ci siamo fatti promotori di un governo di coalizione con il Pd - ha spiegato ieri sera in un videomessaggio pubblicato su Facebook - la sinistra era sicura di vincere e invece deve fare i conti con il nostro programma". Il leader del Pdl ha, quindi, ricordato che i prossimi punti del programma sono il congelamento dell’Iva, che i tecnici avrebbero voluto aumentare dal 21 al 22%, la riforma del "mostro chiamato Equitalia", la detassazione delle nuove assunzioni e il superamento del sistema delle autorizzazioni preventive.

Su questi punti l’ex premier non intende fare alcuno sconto al governo Letta: "Su questi provvedimenti ci siamo impegnati e vogliamo portarli a casa per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia".

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