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Strage sul barcone per l'Italia In 54 muoiono di stenti in mare

Strage sul barcone per l'Italia In 54 muoiono di stenti in mare

Quando l'hanno trovato era aggrappato con le ultime forze a un bidone che galleggiava, proprio come in certi naufragi da cinema. Ma la storia dell'immigrato eritreo strappato alla morte dai pescatori di Zarzis ha un finale tragico: è l'unico superstite di una delle peggiori tragedie del mare degli ultimi tempi. In 54, metà dei quali eritrei, sono morti a bordo di un gommone partito dalle coste della Libia e diretto a quelle italiane.
L'unico superstite ha raccontato l'odissea iniziata a fine giugno e conclusa dopo due settimane in una nuova tragedia: il primo giorno sembrava andare tutto bene, il gruppo ha raggiunto le coste italiane velocemente - in circa in 24 ore. Poi però a causa dei venti fortissimi il gommone è stato respinto indietro verso il mare. A bordo l'acqua da bere era pochissima, ha raccontato il sopravvissuto, e molti passeggeri, per la maggior parte eritrei, sono morti di disidratazione. Alcuni per la disperazione hanno iniziato a bere acqua di mare, garanzia di una morte atroce. Ieri notte l'epilogo: nessun sopravvissuto, a parte il testimone dell'intera vicenda. Stremato e alla deriva, i pescatori tunisini lo hanno trovato e soccorso, per poi portarlo immediatamente all'ospedale di Zarzis, località costiera della Tunisia che si trova non distante dal confine libico.
La strage segna il ritorno ai sanguinosi viaggi della speranza che si erano fermati dopo i criticatissimi accordi tra Libia e Italia sul respingimento dei clandestini in mare siglati dall'ex ministro Roberto Maroni - quelli che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato.
Caduto Gheddafi, i barconi in arrivo dalle coste libiche non si sono più fermati: l'Alto commissariato annuncia che mentre si registra questa tragedia e si contano i morti c'è già una nuova imbarcazione in arrivo dalla Libia con altre cinquanta persone a bordo, tra eritrei e somali: è in mare e sta cercando di raggiungere l'Italia.
Il bollettino delle vittime dei viaggi della speranza dalla Libia fa spavento: con questa nuova tragedia e a partire dall' inizio del 2012 sono ben centosettanta le persone che hanno perso la vita cercando di raggiungere l'Italia via mare, partendo dalla Libia.
Nel corso di quest'anno, secondo i dati dell'organizzazione, sono state circa 1.300 le persone che hanno raggiunto l'Italia. Altre mille, a bordo di 14 diverse imbarcazioni, sono sbarcate a Malta. «È una tragedia, cinquantaquattro persone hanno perso la vita», ha commentato Alexander Aleinikoff, il vice dell'Alto commissario per i rifugiati dell'Onu António Guterres. Lanciato anche un appello: «Mi rivolgo - ha detto - a tutti i vascelli che si trovano in mare a fare attenzione alla presenza di migranti e rifugiati che abbiano bisogno di soccorso nel Mediterraneo», che rappresenta «una delle vie di mare più trafficate del mondo ».


«Per questo - ha aggiunto - è imperativo che la tradizione di soccorso in mare, nel tempo onorata, sia mantenuta».

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