Politica

Svastiche e divise naziste: gli alleati di Grillo in Europa

A Strasburgo con l'Ukip anche i "democratici svedesi". Ma il comico li difende: "Ormai non sono più estremisti"

Tina Hallgren Bengtsson durante una riunione dei Democratici svedesi
Tina Hallgren Bengtsson durante una riunione dei Democratici svedesi

Quando Grillo pronunciò l'ormai celebre frase «io sono oltre Hitler» nessuno, in fondo, lo aveva preso sul serio. Del resto di sparate, specie in campagna elettorale, il leader del Movimento 5 stelle ne ha dette davvero tante, troppe. Passate le elezioni però quella frase, assurda ed inquietante, diventa incredibilmente credibile.

Oltre a Nigel Farage, leader inglese di Ukip, movimento britannico di estrema destra etichettato come antisemita, razzista e xenofobo, c'è bisogno di altri alleati. Per formare un gruppo al Parlamento europeo servono deputati di almeno un quarto dei paesi membri. E allora il buon Nigel, ha avviato lo scouting. Nel gruppone siederanno tra gli altri, con due parlamentari, i «Democratici Svedesi» che negli anni si sono segnalati alla cronaca per una vicinanza spaventosamente simbiotica agli ideali nazisti. Sta facendo il giro del web la foto di Tina Hallgren Bengtsson, ex membro di spicco del partito, ritratta durante una riunione in uniforme militare e con bandiera nazista alle spalle. Lei ha lasciato il partito per un movimento nazionalista ma tra i «Democratici» è rimasto, ovviamente in posizione non marginale, il marito Jan, anch'egli presente in divisa alla medesima riunione. Tale abbigliamento era prassi abituale nelle riunioni del partito, così come il dilettarsi nel dare al rogo libri di scrittori ebrei. Errori di gioventù? Goliardate? Nemmeno per idea. Tra i democratici svedesi hanno trovato spazio (e seggi in parlamento) anche naziskin che per passare le nottate si ubriacavano e pestavano gli immigrati per strada, cultori della purezza della razza che sostengono quanto sia disdicevole avere rapporti sessuali con «asiatici o negri», o personaggi esperti in soluzioni (finali?) del problema immigrazione, come chi affermò pubblicamente che «i musulmani dovrebbero essere deportati e l'islam vietato in Svezia». Un partito molto noto in Scandinavia che venne citato da Anders Breivik quale modello per una nuova Europa. Tanto che Breivik stesso venne invitato dai vertici del partito a tenere una conferenza in Svezia. Ma quella conferenza non si tenne mai perché nel frattempo Breivik passò alla storia come l'autore della strage di Utoya, in Norvegia, dove, anche per protestare contro la crescente immigrazione nel suo Paese, uccise 77 persone, in maggioranza giovanissimi, che si erano riunite per parlare di politica.

Ieri sera, con un lungo post sul suo blog, Grillo ha provato a difendere gli svedesi dicendo che non sono più estremisti e che hanno preso le distanze dal loro passato filonazista per poi attaccare, come di consueto: «Non ci avranno come vogliono, prigionieri di stereotipi e piegati ai rituali dei vecchi partiti». Svedesi convertiti, Farage un simpaticone con il sense of humor. Sempre colpa delle malelingue che vogliono screditare il Movimento, dunque.

Fatto sta che dopo l'alleanza con Farage, osteggiata da gran parte della base, arriva la definizione di questa squadra fortissimi che raccoglie rappresentanti di estrema destra di mezza Europa. Che abbia detto il vero quando gridava «io sono oltre Hitler»?

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